Diritto all’oblio e impronta digitale, la scarsa consapevolezza degli italiani

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In Italia e in Europa risulta esserci scarsa consapevolezza su diritto all'oblio e impronta digitale, ovvero su tutto quello che lasciamo in rete e per quanto ce lo lasciamo

Come gestiamo la nostra presenza online in Italia e in Europa? Kaspersky – azienda di sicurezza informatica e digital privacy – ha fatto un sondaggio in tutta Europa per indagare sul livello di consapevolezza e sulle abitudini delle persone quando si tratta di privacy online. I cittadini europei sono consapevoli dell’impronta digitale che lasciano con ogni loro azione, anche un semplice mi piace? Non proprio, sembrerebbe dai dati. La prima cosa che emerge dai dati è come impronta digitale e privacy online vegano percepite in maniera diversa a seconda dell’età degli intervistati. Tra i dati più interessanti emerge quell’80% di italiani che vorrebbe poter eliminare un qualche contenuto pubblicato sui suoi profili social nel 2021, il che apre una parentesi sulla questione del diritto all’oblio.



«I dati ci seguono ovunque, diventano parte di noi e ci accompagnano per tutta la vita – ha affermato David Emm, Principal Security Researcher del Global Research & Analysis Team di Kaspersky – La maggior parte delle volte, le informazioni che condividiamo oggi non riflettono la persona che saremo domani». Emerge una scarsissima consapevolezza rispetto a quanto i dati online possano influenzare le nostre esistenze e la pressoché totale ignoranza rispetto a come si cancella

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Diritto all’oblio: la scarsa consapevolezza sulla fine che fanno dati online

Dai dati emerge come i giovani della Gen Z siano poco attenti alla fine che fanno i loro dati online. L’83% ha dichiarato che vorrebbe poter cancellare un post che ha pubblicato in passato. Emerge come la maggior parte degli utenti europei non è sicuro di avere sotto controllo la propria esistenza digitale. Il primo degli errori che si commette è quello di pensare che account e post social possano essere cancellati in maniera permanente in qualsiasi momento. C’è scarsa consapevolezza anche su quello che accade ai dati condivisi online dopo la morte: un terzo degli italiani intervistati non ci ha mai pensato e un quinto pensa che tutti i suoi account social verranno eliminati.

L’importanza dei social sul lavoro e nelle relazioni

L’importanza dei social media è tale che guardiamo anche ai like messi dagli altri. In tutta Europa gli utenti concordano sul fatto che ogni azione online può avere conseguenze a partire dal fatto che alcuni argomenti sui quali ci si espone possono avere conseguenze più pesanti rispetto ad altri. La scala degli italiani: il 41% pensa che la reputazione sia intaccata se vedono interazioni a favore di commenti contro le persone disabili e contro i vaccini anti-Covid. Seguono, nella scala di interazioni dannose sul lavoro e a livello sociale, linguaggio transfobico (37%) e posizioni negazioniste sui cambiamenti climatici (31%). Per quanto riguarda l’ambiente lavorativo, 1 persona su 3 ammette di andare a vedere i social di un nuovo collega e di averlo valutato in base a quanto è emerso.