Cos’è Dignità popolare, la manifestazione a Roma organizzata dal ragazzo che parlò di Avigan in Giappone

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Organizzata per il 10 giugno, con autorizzazione della Questura

C’è una bandiera tricolore e l’ombra nera di un lupo che ulula alla luna nel simbolo della manifestazione «Dignità popolare» che il 10 giugno si svolgerà a Roma e che è stata organizzata da Cristiano Aresu, il ragazzo romano che in Giappone parlò di Avigan e rese virale la notizia di un farmaco che nel Paese asiatico veniva utilizzato per trattare il coronavirus, e dal promotore della manifestazione Marcia su Roma che, nella giornata di ieri 30 maggio, ha avuto un primo assaggio proprio nella capitale.



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Dignità popolare, la manifestazione promossa dal ragazzo che parlò di Avigan

A dare l’annuncio della manifestazione è proprio lo stesso Cristiano Aresu che, attraverso i suoi canali social, ha postato l’autorizzazione ottenuta dalla Questura di Roma. Dal 3 giugno i confini regionali dovrebbero essere riaperti (dunque, alla manifestazione potranno partecipare anche persone che arrivano da altre parti d’Italia) e, inoltre, le manifestazioni sono autorizzate in forma statica, senza cortei e nel rispetto delle distanze di sicurezza.



«Ragazzi, manifestare in maniera legale ha un senso e ve lo spiego subito – ha scritto su Facebook Cristiano Aresu -. Dove ci sono tanti cittadini c’è la stampa….dove c’è la stampa c’è l’opinione pubblica. Ed è l’opinione pubblica che decide e fa il bello ed il cattivo tempo. Se riempiamo una piazza come Piazza del Popolo e arriva la stampa ci ascolteranno e potremmo fare le nostre richieste sul tavolo delle trattative».

Dignità Popolare – si spiega nell’evento promosso su Facebook per dare conto della manifestazione – è espressione di tutti i cittadini la cui dignità «è stata lesa da politiche inadeguate di una classe politica incompetente e di un Governo palesemente incapace di organizzare un piano preciso e improntato al futuro per problematiche concrete e pedanti che hanno colpito tutti gli italiani da Nord a Sud». Le critiche, dunque, vanno a come è stata gestita la fase dell’epidemia e della ripartenza.