Le scuole italiane hanno un enorme problema di connettività

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Lo rivela un audit della Corte dei Conti UE in cui si evidenziano le attuali lacune che ostacolano la digitalizzazione

C’è un aspetto fondamentale nel processo di digitalizzazione della Scuola che ha origine molto più lontane rispetto al (recente) Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Parliamo della connettività, caratteristica ineludibile affinché gli strumenti digitali possano operare correttamente e velocemente all’interno degli istituti. Secondo le indicazioni dell’Unione Europea, tutti gli Stati membri dovevano «disporre di una connessione a banda larga ad alta velocità entro il 2025». La situazione in Italia, però, non è in linea con quell’obiettivo e questa condizione non fa altro che rallentare questo processo. Ma il nostro Paese non è l’unico a essere in ritardo



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I fondi stanziati dall’Italia anche per la connettività nelle scuole fanno parte di un pacchetto – che prevede già la ripartizione – di finanziamenti approvati attraverso i commi 1 e 2 dell’articolo 21 del dl numero 137 del 28 ottobre 2020. Il testo recita espressamente:



«L’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 1, comma 62, della legge 13 luglio 2015, n. 107, è incrementata di euro 85 milioni per l’anno 2020.

Le risorse di cui al comma 1 sono destinate all’acquisto di dispositivi e strumenti digitali individuali per la fruizione delle attività di didattica digitale integrata, da concedere in comodato d’uso alle studentesse e agli studenti meno abbienti, anche nel rispetto dei criteri di accessibilità per le persone con disabilità, nonché per l’utilizzo delle piattaforme digitali per l’apprendimento a distanza e per la necessaria connettività di rete».



Dunque, parliamo di 85 milioni di euro stanziati e ripartiti territorialmente dal successivo decreto ministeriale del Miur – il numero 155 del 2 novembre 2020 – che conferma quanto indicato nel suddetto dl:

«Le risorse stanziate dall’articolo 21, comma 1, del decreto-legge 28 ottobre 2020, n. 137, attualmente in corso di conversione, pari complessivamente a euro 85 milioni per l’anno 2020, ad incremento del fondo di cui all’articolo 1, comma 62, della legge 13 luglio 2015, n. 107, sono destinate all’acquisto di dispositivi e strumenti digitali individuali per la fruizione delle attività di didattica digitale integrata, da concedere in comodato d’uso alle studentesse e agli studenti meno abbienti, anche nel rispetto dei criteri di accessibilità per le persone con disabilità, nonché per l’utilizzo delle piattaforme digitali per l’apprendimento a distanza e per la necessaria connettività di rete». 

Dunque, la connettività nelle scuole italiane doveva ricevere un impulso verso l’alto da parte di questi fondi. Il tutto è confermato anche all’interno del piano Scuola 4.0. Qualcosa, però, sta andando storto.

I problemi di connettività

Secondo un recente audit condotto della Corte dei Conti dell’Unione Europea dal titolo «Sostegno dell’UE alla digitalizzazione delle scuole», la connettività è uno dei più grandi ostacoli alla digitalizzazione Scuola. In Italia, ma anche negli altri Paesi. L’analisi – che prende in esame anche Germania, Croazia, Grecia, Austria e Polonia – ha messo in evidenza un problema di base: solamente il 10% degli istituti scolastici è in linea con l’obiettivo di raggiungere una velocità di connessione pari a 1 Gigabit al secondo (come definito nel 2016 dalla Commissione Europea).

Come si può leggere dal grafico pubblicato dalla Corte dei Conti europea, la situazione non è ottimale per nessuno dei cinque Paesi oggetto dell’audit. Ovviamente, però, dobbiamo concentrarci sull’Italia e sulla digitalizzazione Scuola. Solamente il 10% degli istituti scolastici ha una connettività pari o superiore a 1 Gigabit al secondo. Dunque, solo una scuola su dieci è in linea con quell’obiettivo indicato dall’Europa entro il 2025 e rimodulato per l’Italia al 2026. Dunque, come confermato dal grafico, sono molte più le scuole che hanno una connessione a Internet lenta (il 15%) rispetto a quelle che ne hanno una ultra-veloce.

Digitalizzazione Scuola, l’Italia è ancora in ritardo

Questo è solamente uno degli aspetti fondamentali nel percorso di digitalizzazione della scuola italiana. Ma è, probabilmente, uno dei principali. Perché, come un effetto domino, senza una connessione veloce e accessibile (anche in termini di multi-connessione Wi-Fi) le strumentazione digitali per poter procedere con l’insegnamento sono del tutto inaccessibili e inutilizzabili, come spiegato dalla stessa Corte dei Conti UE:

«Connettere le scuole alla banda larga ad alta velocità faciliterebbe l’introduzione di modalità innovative di insegnamento ed apprendimento, consentirebbe ai docenti e agli studenti di beneficiare i materiali di apprendimento aggiornati e accrescerebbe quindi le competenze digitali». 

Dunque, questo è uno degli ostacoli più grandi da superare. Senza una connettività adeguata agli standard, investimenti su piattaforme e strumenti tecnologici sarebbe del tutto vana.