Luigi Di Maio perplesso sulla differenza tra debito assoluto e rapporto col Pil

11/10/2017 di Redazione

Luigi Di Maio è stato intervistato per circa un’ora nella puntata di ieri di DiMartedì. Si trattava della prima uscita televisiva del candidato premier M5S, diventato anche capo politico del Movimento 5 Stelle. Di Maio ha parlato a lungo, e il colloquio con Giovanni Floris è stato aiutato dalle domande di altre giornalisti, come Massimo Giannini, Luisella Costamagna, Myrta Merlino, Massimo Franco e Maurizio Belpietro. Una esposizione di circa un’ora di tempo, che ha trovato i suoi momenti più curiosi nelle parti dedicate all’economia.

L’INTERVISTA DI LUIGI DI MAIO A DIMARTEDÌ

Luigi Di Maio ha attaccato Matteo Renzi per aver generato oltre 130 miliardi di nuovo debito, un dato che Floris ha contestato come poco indicativo visto che il parametro che davvero conta è il rapporto col Prodotto interno lordo. In sintesi brutale: se il debito aumenta meno di quanto cresca il prodotto interno lordo, un incremento in termini assoluti non è importante visto che scende in quelli relativi.

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La spiegazione fornita da Giovanni Floris a Luigi Di Maio ha creato un momento piuttosto divertente, ben isolato da Nonleggerlo sul suo profilo Twitter. Come si nota, il candidato premier M5S ha esibito un volto perplesso che evidenzia tutti i suoi dubbi su una differenza in realtà fondamentale come quella tra debito assoluto e rapporto col Pil. Di Maio è inciampato sulla crescita esplosiva dell’inflazione portata dall’euro, su una domanda di Massimo Franco che rimarca i rischi di un addio alla moneta dall’euro, e ha fornito una contorta spiegazione sull’aumento delle pensioni minime coperto dal reddito di cittadinanza.

Di Maio

IL VIDEO DELL’INTERVISTA DI DI MAIO A DIMARTEDÌ

Divertente la battuta sui M5S come meteoriti che cambieranno la politica italiana, e non meteorine come da critica di Silvio Berlusconi, detta da Di Maio. Giovanni Floris ha elogiato Rocco Casalino per averla coniata. Un altro momento particolare del confronto TV è stato quando Di Maio ha rimarcato come la sua indicazione a candidato premier sia stata condivisa da decine di migliaia di persone e non imposta dal solo Beppe Grillo, un’affermazione che ha suscitato una comprensibile ilarità in uno studio certo non ostile.

Foto copertina: screenshot di Nonleggerlo

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