Di Maio è stato offeso come analfabeta da Gasparri su Twitter

04/08/2017 di Redazione

Di Maio è stato definito analfabeta da Maurizio Gasparri su Twitter. Il commento così offensivo è stato scritto come risposta a un tweet del vicepresidente della Camera che attaccava lo scaricabarile tra Giorgio Napolitano e Silvio Berlusconi sulle responsabilità della guerra in Libia del 2011. Ecco lo screenshot del dialogo tra il vicepresidente della Camera e il suo omologo del Senato.

Di Maio

Gasparri non è nuovo a intemperanze verbali sui social media, ma che il vicepresidente del Senato definisa il vicepresidente della Camera un analfabeta è sicuramente curioso, e anche decisamente sbagliato. Un minimo di continenza verbale dovrebbe essere salvaguardata, anche per rispetto delle istituzioni repubblicane che gli eletti sono chiamati a servire, non a utilizzare come un palconoscenico. L’aggressività di Gasparri contro Di Maio indica anche la crescente ostilità tra il M5S e il centrodestra.  La legislatura che si sta per concludere è stata caratterizzata dallo scontro tra PD e M5S, iniziato dopo il naufragio del governo di cambiamento con appoggio esterno dei 5 Stelle tentato dall’ex segretario Pierluigi Bersani, e che ha avuto la sua massima intensità durante il Governo Renzi. L’ex presidente del Consiglio cercava uno scontro con il M5S che Casaleggio e Grillo erano assolutamente felici di fornirgli, in modo costante, con Di Maio e Di Battista diventati de facto i due anti Renzi pentastellati. Nell’ultimo anno però il continuo calo del PD non ha rafforzato i 5 Stelle, ma le formazioni di centrodestra, che benché divise programmaticamente, come mostra anche l’intervista odierna di Berlusconi alla Stampa dove Angela Merkel è elogiata come unica statista europea, posizione che Salvini non condivide per nulla, sono se sommate insieme avanti di ormai diversi punti rispetto ai due partiti italiani più forti nei sondaggi. Come mostrato anche dalle amministrative 2017, vinte in modo netto dal centrodestra, mentre i 5 Stelle sono andati male nonostante il crollo del PD, che ha perso alcune storiche roccaforti come Genova, Pistoia, La Spezia o Sesto San Giovanni.

Foto copertina: ANSA/CLAUDIO PERI

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