Di Battista paragona la morte del carabiniere al lancio di uova su Daisy Osakue (senza volerli paragonare)
30/07/2019 di Gianmichele Laino
Si possono paragonare due eventi completamente diversi tra loro, descriverli, illustrarne i punti di contatto e le differenze, affermando poi a metà del discorso di non avere intenzione – «lungi da me» – di «paragonare due eventi ovviamente estremamente diversi»?. Eppure il contenuto del post su Facebook di Alessandro Di Battista sembra essere questo. Nella prima parte ha raccontato la storia di Daisy Osakue, atleta azzurra colpita da un lancio di uova, nella seconda parte ha raccontato la vicenda dell’uccisione del carabiniere Mario Cerciello Rega.
Di Battista sul carabiniere morto e Daisy Osakue
Questo per sottolineare le reazioni che ci sono state immediatamente dopo le due notizie: nel primo caso, si gridò all’episodio di razzismo – poi non confermato dagli eventi -; nel secondo si è attribuita inizialmente la colpa a due nordafricani. Tutti sappiamo com’è andata, con gli statunitensi Elder Lee e Gabriel Christian Natale Hjorth accusati e arrestati per l’omicidio.
«Potete dirmi che differenza c’è tra determinate reazioni politiche e dell’opinione pubblica?» – si chiede Alessandro Di Battista nel suo post. E poi afferma che siamo un popolo di tifosi e di sudditi, con quest’ultimo aggettivo diretta conseguenza del primo. «Finché si tratta di calcio – dice Di Battista – mi può anche stare bene ma quando a comportarsi da tifosi sono i cittadini che non dovrebbero tenere in piedi il sistema ma semmai cambiarlo iniziando a “toccare palla” è molto più grave».
I punti elencati da Di Battista sul carabiniere morto
Poi, il sostenitore esterno del M5S passa ad elencare i punti relativi alle cose che, secondo lui, un popolo unito dovrebbe fare:
1) Che i politici la smettano di commentare ogni cosa. Propongano soluzioni non opinioni.
2) Che si faccia totale chiarezza sulla morte del carabiniere Mario Cerciello Rega.
3) Che il Ministro dell’interno, responsabile della sicurezza sul nostro territorio, sia capace di trovare centinaia di milioni di euro non per il TAV o per regalarli a Radio Radicale ma per aumentare effettivi, stipendi e dotazioni delle forze dell’ordine. Vada nei territori di mafia (se ha la libertà e il coraggio di farlo) non a chiedere voti ma a chiedere cosa occorre per la principale guerra che lo Stato deve combattere: quella al crimine organizzato.
4) Che i responsabili dell’omicidio del carabiniere Mario Cerciello Rega paghino tutto e soprattutto paghino in Italia nonostante siano figli dell’impero statunitense.
Ma anche qui ci sono tanti passaggi a vuoto. Sul primo punto, gli si potrebbe obiettare che – essendo anche lui un politico, uno dei più influenti sui social network – la sua risposta sta già contravvenendo a una delle indicazioni che lui stesso aveva fornito. Sulla chiarezza in merito alla morte di Mario Cerciello Rega ci penserà, come in ogni caso, la magistratura, che sta già facendo il suo corso. Sulla richiesta a Matteo Salvini di occuparsi della lotta al crimine organizzato, si potrebbe dire che Di Battista ha ragione: ma in questo caso, non si tratta di un episodio collegato alla mafia, essendo i responsabili dell’omicidio due cittadini statunitensi venuti in Italia per un periodo di vacanza.
E il post è già al centro di polemiche.
FOTO: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI