Di Battista racconta l’illusione della democrazia diretta e la genuflessione davanti ai padroni

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L'attacco sui social network prima degli Stati Generali

Ragazzi, quante bordate che ci sono nel post Facebook di Alessandro Di Battista. L’ex parlamentare del Movimento 5 Stelle lo utilizza per fare una sorta di introduzione preliminare al suo discorso di questo pomeriggio agli Stati Generali di un partito in cui – stando alle sue parole – non si riconosce più. Di Battista contro M5S è avvelenato, parla di “genuflessione davanti ai padroni” e attacca anche il concetto stesso di democrazia diretta di cui i suoi colleghi sono sempre stati portavoce.



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Di Battista contro M5S e il cortocircuito della democrazia diretta

Cos’era la democrazia diretta secondo il M5S? Quella che serviva a prendere delle decisioni condivise, all’interno di un terreno comune e all’interno di una partecipazione sempre costante dell’elettorato. Ma allora, si chiede Di Battista, perché gli è stato chiesto di entrare a far parte di un comitato direttivo che ancora non è stato votato da nessuno?



«Perché? – si chiede Dibba – Perché forse le nostre idee non sono così minoritarie come qualcuno vorrebbe far credere. E allora si pubblichino i voti che ciascuno dei 30 delegati nazionali ha ottenuto. Perché è giusto conoscere il peso specifico delle idee di coloro che sono stati scelti e per smetterla una volta per tutte di definire “dissidenti” coloro che, su molti aspetti, hanno il solo torto di non aver cambiato opinione».

Ecco, dunque, il grande inganno, raccontato per la prima volta da un esponente di primo piano e non da coloro che, invece, lo raccontano da anni ma sono sempre stati definiti non ortodossi, eretici, persone a cui qualcosa era andato storto e che, adesso, intendevano solo gettare fango sul Movimento 5 Stelle. Invece, adesso, lo sta facendo proprio Alessandro Di Battista: quella figura intorno alla quale c’è ancora tanto consenso, c’è ancora tanta affezione.



Di Battista contro M5S, e adesso che fa? Se ne va?

Quel Di Battista contro M5S che arriva addirittura ad affermare che «hanno provato a irridere le posizioni politiche che io e migliaia di altre persone abbiamo preso e l’hanno fatto coloro che l’unica posizione che conoscono è la genuflessione davanti ai loro padroni». Il M5S che faceva della trasparenza e della lotta alla casta la sua bandiera, ora viene accusato dal suo interno di essere opaco nelle sue decisioni e appartenente a quella medesima casta.

Adesso, però, Di Battista per dare sostanza a queste idee dovrebbe andarsene sbattendo la porta. Altrimenti, sarà la solita solfa: approfittare della rappresentazione data da un post di successo su Facebook (in meno di due ore, quanto scritto dall’ex deputato ha raccolto oltre 30mila reactions) e continuare con la solita realtà, come se niente fosse.