I cittadini spagnoli, a breve, potrebbero non poter più usufruire del servizio di consegna a domicilio con Deliveroo. L’azienda britannica, infatti, ha annunciato la proposta di bloccare le sue operazioni in Spagna. I motivi sono molto, ma la nota ufficiale parla di fattori economici e di concorrenza in un Paese da cui non riescono a trarre profitto. In realtà, però, potrebbe esserci ben altro dietro. Come la legge sull’assunzione dei rider.
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«La proposta di porre fine alle operazioni in Spagna riflette l’intenzione della Società di concentrare investimenti e risorse sugli altri mercati della Società, continuando a far crescere la propria rete di consumatori, partner di ristoranti e negozi di alimentari e ciclisti, e ampliando la quota di mercato sia nelle città nuove che in quelle servite – si legge nella nota ufficiale pubblicata nella giornata di venerdì -. La proposta di Deliveroo di consultare la fine delle sue operazioni in Spagna rimane soggetta a piena consultazione con i dipendenti e i ciclisti interessati. Deliveroo prevede che il processo di consultazione collettiva inizierà all’inizio di settembre e la Società lavorerà con tutte le parti interessate e preparerà di conseguenza tutta la documentazione richiesta».
Secondo la nota dell’azienda – che opera in altri 11 Paesi – la proposta di cessazione del servizio di consegna a domicilio in Spagna è dovuta a un’analisi meramente tecnica ed economica. Nella penisola iberica, infatti, la società non ha il monopolio e i cittadini sembrano preferire le aziende concorrenti (da Just Eat a Uber Eats, passando per Glovo). Secondo le stime, solamente il 2% delle transizioni che coinvolgono l’azienda in tutti gli Stati in cui opera proviene dalla Spagna. Insomma, il gioco non varrebbe la moneta.
Come, però, spiega TechCrunch, la reale motivazione – o quella che vive su un binario parallelo rispetto alla comunicazione ufficiale – sarebbe da ricercare nelle norme approvate in Spagna. Nel maggio di quest’anno, infatti, il governo ha dato il via libera a una legge che impone alle aziende di assumere – con contratti regolari – i rider e i corrieri.
(foto: da Unsplash)