Conte ci presenta il provvedimento «tagliaforbici» (carta, sasso)

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Non siamo proprio sicuri che si chiamerà così, ma ha il proposito di ridurre gli sprechi della pubblica amministrazione

Tante sono state le perle regalate da Giuseppe Conte nella puntata di DiMartedì andata in onda ieri sere. Oltre a non voler influenzare il voto americano con le sue dichiarazioni (sic), il presidente del Consiglio ha parlato per la prima volta di un presunto decreto tagliaforbici. Presunto non per l’effettiva volontà del governo di voler attuare una spending review (quella ci può anche stare), ma per il fatto che possa chiamarsi proprio così.



Decreto tagliaforbici, la reazione di Casalino alle parole di Conte

Non si capisce, infatti, come sia possibile «tagliare le forbici», a meno che non si giochi a una partita di morra cinese (lanciando sasso, al posto di carta), magari sotto l’egida e con il benestare del «presidente Ping» (per informazioni, chiedere a Luigi Di Maio o cliccare qui). Eppure, il presidente Conte ha chiamato così questo provvedimento per ben due volte, incalzato (si fa per dire) da Giovanni Floris.

Alla seconda volta, Rocco Casalino – onnipresente nel pubblico di La7 – è stato anche inquadrato: con una mano davanti alla bocca ha cercato di dissimulare un sorriso (che abbiamo interpretato come sconfortato) e ha detto qualcosa al suo vicino di posto. Probabilmente, che i patti non erano questi e che Giuseppe Conte ha sbagliato pure la cosa più semplice: il nome da dare a un provvedimento di natura economica che dovrà essere messo in atto se si vorrà, in futuro, diminuire un po’ quel rapporto deficit/pil che il governo ha fissato per ora al 2,4%.



Cos’è il decreto tagliaforbici?

Ma cos’è, nei fatti, questo fantomatico decreto «tagliaforbici»? Probabilmente, nient’altro che una revisione ulteriore della spesa pubblica, attraverso il quale si cercherà di ridurre gli sprechi all’interno dell’amministrazione. Insomma, da qualche parte bisognerà pure racimolare qualche soldo per finanziare le costose misure del reddito di cittadinanza e della riforma della legge Fornero sulle pensioni.

Per il resto, l’intervista al presidente Conte a DiMartedì è andata via quasi liscia, con tanti verbi coniugati al futuro e la sensazione (piuttosto presente) che il presidente del Consiglio sia sempre più ostaggio della propria squadra.



FOTO: ANSA/GIUSEPPE LAMI