L’immagine del passaggio della famosa campanella dalla mano di Giuseppe Conte alla mano di Giuseppe Conte, ha segnato l’avvio del nuovo esecutivo. Dal governo gialloverde (quello composto da Movimento 5 Stelle e Lega) si è passati a quello giallorosso (con M5S, Pd e altri partiti di centrosinistra). E proprio in quei giorni, prima del nuovo insediamento, era stata fatta una promessa (con più sfumature): cancelleremo (o modificheremo) i decreti sicurezza voluti dall’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini (e controfirmati dal governo precedente).
E ora sono passati 365 giorni. Un anno dall’ufficializzazione dell’accordo tra il Movimento 5 Stelle, Pd (che ancora contava nelle sue fila anche i parlamentari che poi si scinderanno aderendo a Italia Viva di Renzi), LeU e MAIE (Movimento Associativo Italiani all’Estero). Un anno da quella promessa: aboliremo (o modificheremo) i decreti sicurezza. E, secondo i piani (annunci) iniziali, doveva essere il primo segnale di discontinuità rispetto al governo precedente la cui esperienza si era conclusa, il mese prima, con la crisi e lo strappo di Salvini da Milano Marittima.
Parole. Perché 365 giorni dopo quei decreti sicurezza sono ancora lì. Intatti. Non toccati. Non cancellati. Non superati. Non aboliti. E neanche modificati. Per qualche tempo, a spot, se ne è parlato. Sono stati definiti disumani, si è accusato Matteo Salvini di essere contro i salvataggi in mare. Insomma, si è discusso molto ma le parole – allo stato attuale delle cose – sono rimaste vuote e vane.
Ed ecco che al primo anniversario del governo Conte-2, diventa inevitabile considerare quella promessa disattesa. L’Italia, dalla fine di febbraio, si è trovata di fronte a un evento epocale imprevedibile, come la pandemia globale da Coronavirus. Ma il tempo c’era, almeno per sedersi intorno a un tavolo e provare a discutere delle modifiche da apportare. E invece tutto è come prima, tutto è come 365 giorni fa.