Uno degli studi più recenti che ha fatto emergere interessanti dati pirateria in Italia risale allo scorso giugno ed è frutto del lavoro congiunto di Ipsos e FAPAV (Federazione per la Tutela delle Industrie dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali). Lo scopo era di quantificare non solo la dimensione del fenomeno ma anche il danno economico potenziale che ne deriva.
Dalla ricerca è emerso come, nel periodo analizzato (l’anno 2021) i numeri suggeriscano un aumento in termini di audience della pirateria ma una diminuzione dal punto di vista della frequenza. Il 2021 è stato un anno di forte trasformazione del fenomeno, con l’offerta legale di contenuti che è diventata sempre più ampia portando il pirata a ricercare contenuti in modo sempre più selettivo.
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Cala il numero dei contenuti audiovisivi piratati (315 milioni di atti illeciti nel 2021, -24% rispetto al 2019 e -53% rispetto al 2016). Aumenta, invece, l’incidenza complessiva della pirateria tra le persone adulte, attestandosi al 43%. Ci sono più persone che lo fanno, quindi, ma meno frequentemente.
Secondo i dati condivisi, in cima alla classifica dei contenuti più visti in maniera illegale ci sono i film (29%), seguiti da serie e fiction (24%) e programmi (21%). Anche lo sport entra nell’indagine, con un’impennata di chi ne fruisce in maniera illegale nel 2021 (15%) rispetto al 2019 (10%).
I dati raccolti tra la popolazione adulta – quelli appena esposti – vanno a rispecchiare, più o meno, la situazione tra gli adolescenti. Nella fascia 10-14 anni l’incidenza dei pirati più giovani è salita al 51% mentre gli atti di pirateria sono calati del 20% rispetto al 2019. Tra i più giovani, i contenuti maggiormente piratati sono eventi di sport live seguiti da film, serie e fiction e – infine – programmi.
Da Ipsos emerge anche come anche i metodi per piratare contenuti si stiano sempre più digitalizzando: si usano meno il download/P2P e lo streaming illegale a favore, invece, delle IPTV illecite. In che misura? Si pensi che dal 10% del 2019 si è passati al 23% del 2021. Un numero che è pari a 11,7 milioni di persone con 2,3 milioni di individui abbonati ad almeno una IPTV illecita. Il 41% delle persone intervistate, infine, ha ammesso di aver condiviso le credenziali di accesso alle piattaforme di streaming non ritenendo questa una forma di pirateria.
Considerati questi numeri, a quanto ammonta il danno potenziale nell’ambito della pirateria audiovisiva? L’analisi di Ipsos è stata fatta anche considerando – nel 2021 – la necessità di ripresa del settore audiovisivo dopo lo stop. Lato serie, fiction e film il dato si attesta attorno ai 673 milioni di euro; sommati al danno per gli eventi sportivi live fruiti illegalmente (pari a 267 milioni di euro), si raggiunge la cifra citata nel titolo del paragrafo.
Si parla non solo di danno economico ma anche di sicurezza degli utenti potenzialmente in pericolo. Accedere a piattaforme illegali aumenta, infatti, il rischio che i dati degli utenti (personali e bancari) vengano presi di mira per via di attacchi informatici e violazioni. Oltre a questo, c’è il rischio che i dispositivi vengano infettati con malware e virus.