I dati coronavirus oggi 7 aprile sono stati comunicati, come ogni giorno, a mezzo della conferenza stampa della protezione civile delle ore 18. Angelo Borrelli ha informato sui nuovi numeri coronavirus, che oggi segnano 880 nuovi contagi – il dato migliore di sempre – dato che porta le persone attualmente positive a quota 94.067. I pazienti guariti nella giornata di oggi sono 1.555. Il dato delle persone decedute è di 604. Dopo la giornata di ieri, che ha segnato un trend in miglioramento, i dati di oggi segnano un ulteriore miglioramento, con la diminuzione trend di crescita contagiati.
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Secondo un sondaggio fatto da YouTrend cresce il giudizio positivo sull’efficacia dell’operato del Governo, ora al 50%, e l’Italia si spacca sulle alleanze internazionali; più di un terzo del paese ritiene che l’Italia dovrebbe considerare la Cina come alleato al di fuori dall’Europa mentre un altro 30% punta sugli Stati Uniti. Sottolineata la decisa decrescita del numero di nuovi casi, dato migliore dal 9 marzo, con la curva che tende a flettere in basso (nonostante sia necessario aspettare ancora qualche giorno per affermare che sia un trend affettivo). Anche il decremento delle persone in terapia intensiva e ricoverate è confortante. Evidenziata anche la differenza tra test sierologico e tampone; il primo, infatti, evidenzia la presenza di anticorpi che provano che il soggetto infetto è stato già in contatto con il virus e lo ha sconfitto.
Sempre il sondaggio condotto da YouTrend restituisce una verità amara sull’opinione che gli italiani hanno dell’Europa. La fiducia dei cittadini italiani, infatti, non è mai stata tanto bassa in 5 anni e ora si attesta al 27%. Cosiderati i dati della città di Milano, ieri ci sono stati 112 morti solo nel capoluogo lombardo, un dato che evidenzia come il virus sia arrivato a colpire duramente, dopo Brescia e Bergamo, anche la città meneghina. Il virus, a prescindere dalla diminuzione dei nuovi casi, rimarrà tra la popolazione. E questo va ricordato, nonostante i successi registrati nella giornata di oggi. Durante la conferenza è stata confermata la sottostima del numero dei casi nelle RSA intrinseca rispetto a tutti i sistemi di sorveglianza; questo diventa un problema soprattutto nell’ambito della creazione di veri e propri focolai che colpiscono il personale sanitario e gli operatori, che possono trasportare le infezioni fuori e nelle loro famiglie. Per quanto riguarda la contagiosità, nella maggior parte dei casi dopo 14 giorni dalla comparsa dei sintomi la persona può tornare in società – rispettando il distanziamento sociale -. Viene sottolineato come siamo tra i più rigidi tra i paesi europei, con riferimento a Svezia e Inghilterra. Ci sono casi eccezionali in cui una persona può rimanere positiva, casi in cui l’infezione ritorna ma che sono casi eccezionali. Ancora non si sa se una persona che rimane a lungo positiva sia ancora contagiosa. La contagiosità, comunque, tende a diminuire nel tempo e – nonostante un nuovo tampone positivo – non c’è certezza che il livello sia lo stesso di quando i sintomi sono manifesti.
(Immagine copertina dal profilo Twitter di YouTrend)