Nell’Ue le piattaforme social dovranno fornire dati dettagliati sugli annunci politici
Presto l'Ue renderà nota una proposta per obbligare le big tech e i partiti a fornire molti più dati, nell'ottica della massima trasparenza, sugli annunci politici pubblicati
12/10/2021 di Ilaria Roncone
Le big tech saranno costrette a condividere informazioni rispetto a chi vuole acquistare annunci politici. Questa la decisione che dovrebbe prendere l’Ue – secondo un documento interno – e che andrebbe a penalizzare le aziende che non vogliono adeguarsi con multe salate, fino al 6% degli introiti annuali dell’azienda. I dati annunci politici social dovranno essere dettagliati.
LEGGI ANCHE >>> I politici dovranno dire addio ai costosi annunci sulla homepage di Youtube
La proposta sui dati annunci politici social svelata a novembre
A parlare della direzione che vorrebbe prendere l’Ue per limitare lo strapotere concesso sui social a determinati partiti politici nel mondo disposti a pagare è Politico, che ha visionato le proposte in merito. La Commissione dovrebbe svelare la proposta il prossimo 23 novembre.
A livello pratico, si tratta di aumentare la trasparenza degli annunci online obbligando le piattaforme a rivelare più informazioni su chi compra gli annunci e sul target ai quali sono destinati (sesso, età, interessi, periodo di tempo in cui l’annuncio viene visualizzato). Andrà rivelato anche se l’annuncio viene amplificato tramite l’utilizzo di un algoritmo.
L’obiettivo dell’Ue
Il punto è che Google e Facebook devono fornire informazioni dettagliate sul modo in cui i politici si rivolgono alle persone tramite gli annunci online così da inquadrare meglio, nell’ambito delle campagne elettorali, quali sono i post che hanno scopo propagandistico.
Il contrasto all’abuso dei social media da parte dei politici prevede anche la lotta a determinati tipi di microtargeting. Così facendo, in vista delle elezioni nei paesi dell’Unione Europea gli utenti saprebbero chi li ha targetizzati e potrebbero distinguere più facilmente informazione e propaganda.
Lo scopo sarebbe quello di creare un vero e proprio regolamento condiviso in tutta l’Unione relativamente al livello di trasparenza degli annunci e agli obbligo ai quali le big tech e i partiti politici non dovrebbero mai venire meno. Nonostante il giro di vite di Facebook e Google prima delle scorse presidenziali Ue, con le etichette per i contenuti disinformativi, i politici possono ancora indirizzare gli utenti senza che questi ne siano effettivamente consapevoli.
Alcuni legislatori europei sono arrivati a proporre l’assoluto divieto di pubblicità mirata manifestando preoccupazione in merito all’utilizzo dei dati personali e ai rischi che derivano nell’ambito della democrazia. Bisognerà trovare un equilibro, comunque, perché i gruppi politici più piccoli non vengano penalizzati e la Commissione ha dichiarato che «il divieto generale sull’uso del targeting è stato scartato poiché sproporzionato».