‘Data room’, ecco come i dipendenti di gestori telefonici hanno rubato i dati degli utenti

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In un'operazione chiamata 'Data room', la polizia ha arrestato dipendenti infedeli di compagnie telefoniche. Rubavano dati agli utenti

È partita dalle prime luci dell’alba una vasta operazione della polizia giudiziaria condotta dalla polizia postale con il coordinamento della procura di Roma. Si chiama ‘Data room‘ e ha coinvolto oltre 100 specialisti che hanno eseguito numerose misure cautelari, perquisizioni locali e informatiche. Tra i reati contestati, l’accesso abusivo alle banche dati dei gestori di telefonia che conservano informazioni tecniche e personali dei clienti, e il trattamento illecito di quei dati.



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Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo ed in concorso tra loro, di accesso abusivo a sistema informatico, di detenzione abusiva e diffusione di codici di accesso, riguardando le condotte sistemi di pubblico interesse, e della violazione della legge sulla privacy su comunicazioni e diffusione illecita di dati personali oggetto di trattamento su larga scala. I provvedimenti restrittivi – tra cui 13 ordinanze che dispongono gli arresti domiciliari ed ulteriori sette ordinanze, che dispongono l’obbligo di dimora nel comune di residenza ed il divieto di esercitare imprese o ricoprire incarichi direttivi in imprese e persone giuridiche -, emessi dal gip presso il Tribunale di Roma, sono stati eseguiti nei confronti degli indagati residenti sul territorio capitolino e in diverse province campane.



Tra i destinatari dei provvedimenti cautelari eseguiti nell’ambito dell’operazione ‘Data room’, come si legge in una nota della polizia, «figurano dipendenti infedeli di compagnie telefoniche, (i procacciatori materiali dei ‘preziosi’ dati), gli intermediari che si occupavano di gestire il commercio illecito delle informazioni estratte dalle banche dati e i titolari di call center telefonici, che sfruttavano tali importanti informazioni per contattare i potenziali clienti e lucrare le previste commissioni per ogni portabilità, che arrivano fino a 400 euro per ogni nuovo contratto stipulato. A carico degli indagati, nel corso delle complesse attività investigative, sono stati acquisiti concreti e inequivocabili elementi probatori circa l’esecuzione di ripetuti accessi abusivi alle data room in uso ai gestori telefonici operanti sul territorio nazionale e gestite direttamente da Tim, contenenti gli ordini di lavoro di delivery ed i reclami di assurance provenienti dalle segnalazioni dell’utenza relativamente ai disservizi della rete di telecomunicazioni».