Pennac sul sostegno a Battisti: «È stata una stupidaggine, sono stato un idiota»

Daniel Pennac si è pentito di aver firmato l’appello degli intellettuali a sostegno di Cesare Battisti, ai tempi della sua latitanza in Francia. Lo scrittore francese che ama l’Italia e che segue da molto vicino le vincende del nostro Paese ha avuto modo di tornare sulla vicenda dell’ex terrorista dei Pac arrestato e messo in carcere nel corso di un evento a Venezia.

Daniel Pennac rinnega la sua firma per Cesare Battisti

«È stata una stupidaggine assoluta – ha detto Pennac nel corso di un punto stampa, rispondendo alle domande dei giornalisti locali che sono ritornati sulla vicenda -. Sono stato un idiota, non potevo pensare che Battisti fosse un così brutto ceffo». Daniel Pennac mise la sua firma su quell’appello che, nel 2004, diceva: «Nulla lega Battisti a terrorismi di sorta, se non la capacità di meditare su un passato che per lui si è chiuso tanti anni fa. Trattarlo oggi da criminale è un oltraggio non solo alla verità, ma pure a tutti coloro che, nella storia anche non recente, hanno affidato alla parola scritta la spiegazione della loro vita e il loro riscatto».

Oggi, Daniel Pennac – alla luce delle ultime vicende riguardanti Battisti e alla luce del suo interrogatorio dal carcere – torna sui suoi passi e ritira il sostegno. Un’operazione che non tutti gli intellettuali hanno ancora fatto e sulla quale, in qualche caso, si registra ancora una posizione ambigua. Lo scrittore della saga dei Malaussène ha voluto chiarire una volta per tutte la vicenda, per evitare di doverne parlare in futuro.

Daniel Pennac e la firma per Battisti in nome della dottrina Mitterrand

«Battisti ha mentito alla giustizia italiana, alla dottrina Mitterrand (la politica relativa al diritto d’asilo in Francia, ndr), alle persone che hanno garantito per lui, Battisti adesso riconosce di essere un assassino e di aver ucciso quelle persone. Dunque, io ho sbagliato a difenderlo: sono stato un imbecille. Ma non sono un criminale».

La dottrina Mitterrand, secondo Pennac, favorì la fine della lotta armata in Italia perché offriva l’immunità ai presunti terroristi, in cambio della cessazione definitiva dei fatti di sangue. Tuttavia, il sistema si applicava soprattutto ai reati minori e non a quelli di efferati omicidi. In ogni caso, Daniel Pennac, giustificando lo spirito dei tempi che lo aveva portato a una firma che non era a favore di un individuo, ma di un sistema politico organico, oggi se ne smarca a causa di un errore di valutazione sulla figura di Cesare Battisti. Sperando che, in futuro, il nome dello scrittore non venga più associato alla vicenda.

(Credit Image: © Visual via ZUMA Press)

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