Le regole UE per frenare il potere dei Big Tech potrebbero essere concordate dai legislatori UE già ad aprile

Commissione Europea e Parlamento Europeo raggiungono un accordo sulle nuove regole che le grandi società di tecnologia dovranno rispettare

28/03/2022 di Martina Maria Mancassola

L’Unione europea ha raggiunto l’accordo politico sul «Dma» (Digital Markets Act), la proposta di legge per combattere le pratiche scorrette e l’abuso di posizione dominante sui mercati digitali dei colossi tecnologici come Google, Amazon, Facebook, Apple e Microsoft.

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Dma: la proposta di legge che dovrebbe da aprile imporre regole UE per limitare il potere di mercato delle grandi piattaforme

Ieri abbiamo scritto a proposito della lunga trattativa politica che ha occupato il panorama internazionale, che ha trovato la sua sintesi in un testo finale (DMA) e che ha portato all’accordo del Parlamento e del Consiglio Europeo. Oggi vengono diffusi maggiori dettaglio a proposito del DMA. «Accordo sulla Legge sui Mercati Digitali (DMA): i negoziatori del Parlamento e del Consiglio hanno concordato nuove regole UE per garantire concorrenza leale, più scelta per gli utenti e limitare il potere di mercato delle grandi piattaforme online», con questo tweet il Parlamento europeo annuncia il raggiungimento di un accordo sul Digital Markets Act, ovvero l’introduzione di nuove regole dell’UE concordate dal Parlamento e dal Consiglio per limitare il potere di mercato delle grandi piattaforme online.

Il testo viene descritto come «innovativo e tanto atteso per garantire una concorrenza leale nei mercati digitali» e rappresenta un accordo tra i paesi ed i legislatori dell’UE che obbligherebbe i giganti delle Big Tech ad introdurre sistemi di controllo più efficienti e stringenti sui contenuti che le loro piattaforme veicolano, secondo quanto riferito dal capo dell’antitrust dell’UE Margrethe Vestager. Quest’ultima, poco più di un anno fa, aveva proposto il Digital Services Act («DSA») che intimava ai colossi tecnologici di fare di più per contrastare i contenuti illegali presenti sulle loro piattaforme, pena multe fino al 6% del loro fatturato globale. Ci vorrà un po’ di tempo per definire le nuove regole, ma per il momento si stanno cercando di definire il concetto di mercato online ed i criteri per vietare alcuni tipi di pubblicità. La Vestager ha dichiarato a Reuters: «c‘è uno slancio molto forte per portare a termine le cose. E la leadership della presidenza francese potrebbe permetterci di finalizzare il Digital Services Act prima della fine di aprile. Ma se lavoriamo sodo e siamo fortunati, potrebbe essere possibile».

La DMA stabilirebbe, allora, un elenco di cose da fare e da non fare e offrirebbe alle società che hanno il controllo dell’accesso e dei dati sulle loro piattaforme, un termine di 6 mesi per adottare sistemi di supervisione efficaci e per conformarsi alle regole. Le aziende, tuttavia, replicano che il termine è troppo breve per una normativa così complessa. La Vestager, però, ribatte statuendo che non ci sarebbe alcuna modifica delle regole né estensione del campo di applicazione delle stesse, poiché le aziende sono già ben consapevoli di quello che integra una pratica anticoncorrenziale vietata dalla legge: «in realtà penso che sia noi nel nostro lavoro che le aziende dovremmo essere molto felici di avere sei mesi perché è stata una delle cose che sono state discusse intensamente durante i negoziati». La stessa aggiunge che «poiché sia ​​i divieti che gli obblighi sono cose che derivano da una giurisprudenza consolidata, non penso che nessuno di essi sia una sorta di grande sorpresa». Rimane aperta la questione sui colossi della tecnologia non statunitensi, i comportamenti dei quali ancora non si sa se saranno coperti dal DMA; a tal proposito la Vestager ha infatti dichiarato: «è probabile, ma non lo so».

Anche Paolo Gentiloni, commissario agli Affari economici, interviene sul punto sottolineando come l’Europa sia «leader nella tutela dei diritti dei cittadini rispetto ai giganti del digitale».

Foto IPP/Wiktor

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