Il Daily Mail fa causa a Google: «Noi usiamo altre fonti pubblicitarie e loro ci penalizzano nell’indicizzazione»

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Secondo l'azienda di Mountain View, invece, non ci sono i presupposti per questa azione legale

Diciamo la verità. È una sensazione che chiunque, nel mondo dell’informazione, ha provato almeno una volta nel corso della sua esperienza lavorativa. Affrontare un argomento in maniera approfondita – magari prima che il dibattito pubblico si infiammasse e altre testate potessero, a loro volta, realizzare un lavoro di copertura di quello stesso argomento – e non essere premiati dal posizionamento su Google. Ecco, il Daily Mail ritiene che questa cosa, ai suoi danni, sia avvenuta in maniera sistematica nell’ultimo periodo.



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Daily Mail contro Google per il suo posizionamento sul motore di ricerca

Ora, diciamolo subito. Il Daily Mail – sebbene possa essere, per numeri, uno dei player del mondo dei media più seguiti a livello planetario – non brilla certo per linearità di informazione. Spesso, visto il suo ruolo di tabloid, è interessato a creare scandalo e a prediligere l’impatto della notizia sull’utente all’accuratezza della stessa. Ma l’obiezione che solleva non può in alcun modo passare inosservata, a maggior ragione se questa stessa obiezione è il punto focale di un’azione legale contro un OTT del mondo dei media. 



La tesi del Daily Mail è piuttosto chiara: visto che nell’ultimo periodo la testata ha avuto modo di sperimentare – anche in via preferenziale – altre fonti di finanziamento pubblicitario più convenienti rispetto a quelle messe a disposizione da Google, il board ritiene di essere stato danneggiato e penalizzato nell’indicizzazione dei suoi contenuti. L’esempio addotto è emblematico: il Daily Mail aveva riportato dei commenti di Piers Morgan all’intervista rilasciata da Harry e Meghan a Oprah Winfrey. Lo aveva fatto in quanto Piers Morgan collabora come editorialista della testata. Le sue dichiarazioni hanno fatto discutere, tanto da essere riprese anche da altre testate più piccole, dalla diffusione regionale. Bene: secondo il Daily Mail, l’indicizzazione di queste testate locali risulta essere migliore rispetto a quella del Daily Mail, che per primo aveva riportato il commento di Piers Morgan.

Secondo Google, invece, questa teoria non sta in piedi. Il colosso di Mountain View ha replicato: «Le affermazioni del Daily Mail sono completamente imprecise – ha affermato un portavoce della multinazionale -. L’utilizzo dei nostri strumenti di tecnologia pubblicitaria non influisce sul posizionamento del sito web di un editore. Vogliamo che l’editore, anzi, scelga tra diversi partner pubblicitari. Lo stesso Daily Mail, ad esempio, autorizza altre piattaforme per i suoi spazi pubblicitari, tra cui Amazon, Verizon e altri. Difenderemo noi stessi da queste affermazioni senza merito».



Foto IPP/picture alliance – Francoforte