Il tema delle criptovalute torna di stretta attualità anche in riferimento al nuovo pacchetto di sanzioni comminate dall’Unione Europea alla Russia per la responsabilità di Mosca sull’invasione e sulla guerra in Ucraina. Fin dall’inizio delle ostilità, infatti, anche i coin virtuali erano finiti nel mirino delle autorità europee che avevano provveduto a vietare le transazioni dalla Russia. Insomma: le criptovalute non sono accettate come forma di pagamento e non potevano più essere trasferite fuori dai confini russi in direzione Vecchio Continente. E ora la misura è stata inasprita, perché il nuovo provvedimento ha preso di mira i crypto wallet.
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Come spiega la Reuters, la Commissione Europea ha annunciato questa nuova misura contro il Cremlino nella giornata di venerdì 8 aprile. E l’ha motivata così: «Ciò contribuirà a colmare potenziali scappatoie». Perché fino a oggi, le sanzioni prevedevano il divieto (e la non accettazione) di transazioni estere – quindi dalla Russia all’Europa – attraverso le critpovalute. Ora, invece, si va ancor più nel profondo, andando a toccare i portafogli crittografici che sono diventati uno strumento utilizzato su vasta scala. In tutto il mondo.
Cosa cambia rispetto alle sanzioni precedenti? Di fatto, i crypto wallet sono uno strumento digitale che contente ai detentori di critpovalute di «mantenere la password che consente loro di accedere alle criptovalute al sicuro e di inviare, ricevere e spendere criptovalute come bitcoin» (o altre). Ma quali sono i dettagli di questa nuova sanzione che si inserisce all’interno di un pacchetto che inasprisce le precedenti? I dettagli non sono ancora stati forniti dalla Commissione Europea. Probabilmente, però, saranno del tutto “sterilizzati” quei portafogli digitali affinché non si possano trovare strade alternative per continuare a effettuare transazioni (già vietate) attraverso valute digitali.