Ma davvero la Cassazione ha detto che il crocifisso a scuola «non è discriminatorio»?

La sentenza afferma il principio di laicità dello stato, equipara il crocifisso ad altri simboli religiosi e chiede una condivisione nella scelta della sua esposizione

10/09/2021 di Redazione

Una cosa è la narrazione, come al solito, un’altra sono i fatti. Così, la sentenza della Cassazione sul crocifisso a scuola rappresenta senza dubbio un tema su cui dividersi, su cui discutere e su cui fare nuovamente tanta disinformazione. Dunque, uno spettro molto ampio di politici conservatori ha salutato con soddisfazione la decisione della suprema corte, mettendo in evidenza un passaggio della sentenza: «la sua affissione non costituisce un atto di discriminazione».

IL TESTO COMPLETO DEL COMUNICATO DELLA CASSAZIONE

Crocifisso a scuola, cosa dice davvero la sentenza della Cassazione

Questo perché la Cassazione si è trovata a dirimere una questione partita nel 2015: un docente riteneva una imposizione l’esposizione del crocifisso in aula e, dunque, lo rimuoveva nel corso delle sue ore di lezioni; per questo motivo, venne sospeso per un mese, con il conseguente avvio di un iter legale sulla vicenda. Da questo punto di vista, dunque, la Cassazione riconosce che non c’è stata discriminazione. Ma la sentenza non finisce qui.

Il testo dice che, nel contesto in questione, non c’è stata la rappresentazione di una realtà dialogante all’interno della comunità scolastica, come richiesto da una società che cerca di rispettare le reciproche sensibilità.

«L’esposizione autoritativa del crocifisso nelle aule scolastiche non è compatibile con il principio supremo di laicità dello Stato – recita la sentenza -. L’obbligo di esporre il crocifisso è espressione di una scelta confessionale. La religione cattolica costituiva un fattore di unità della nazione per il fascismo; ma nella democrazia costituzionale l’identificazione dello Stato con una religione non è più consentita».

Di conseguenza, quindi, il crocifisso (così come qualsiasi altro simbolo religioso) può essere esposto o meno a seconda del clima di concordia che si riesce a costruire all’interno di un contesto scolastico. Per questo motivo, se da un lato l’esposizione del simbolo non viene considerata discriminatoria, dall’altra si invitano le istituzioni scolastiche a condividere la scelta, per il crocifisso ma anche per altri simboli religiosi.

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