I casi di contagio al di fuori della Cina iniziano a preoccupare l’Oms che, già nella giornata di domenica, aveva lanciato l’allarme di una diffusione anche oltre Wuhan e la provincia dell’Hubei. Oggi, a margine del Forum globale di ricerca e innovazione di Ginevra, il direttore generale Ghebreyesus è tornato a calcare la mano sullo stato dell’emergenza, paragonando il Coronavirus al terrorismo. E, secondo lui, i suoi effetti e riflessi in tutto il mondo non sono secondi al terrorismo. Anzi, lo scenario sembra essere ancor peggiore e apocalittico qualora il problema venisse sottovalutato.
LEGGI ANCHE > Coronavirus, l’Oms sostiene che i contagi fuori dalla Cina sono (per ora) «solo la punta dell’iceberg»
«Abbiamo una finestra di opportunità adesso. Il tempismo è essenziale – ha detto il direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus a margine del Forum globale di ricerca e innovazione di Ginevra -. Un virus può creare più sconvolgimenti politici economici e sociali di qualsiasi attacco terroristico: il mondo si deve svegliare e considerare questo virus come il nemico numero uno».
Un grido di allarme che racconta di numeri superiori alle vittime della Sars. Nella giornata di oggi, infatti, i dati dei morti da Coronvirus hanno superato quota mille e i contagi sono oltre 43mila. E la cifra delle persone guarite, in aumento negli ultimi giorni, non deve – secondo l’Oms – far abbassare l’attenzione attorno all’emergenza che non sembra essere più confinata all’interno della Cina.
Il tasso di mortalità del Covid-19 – questo il nome tecnico del Coronavirus – si attesta, per il momento, al 2% dei contagiati. Un numero che può apparire basso, ma la seconda notizia della giornata non può indicare un grande ottimismo. Il vaccino, infatti, sarà pronto entro un anno e mezzo. Diciotto mesi, non prima, nonostante tutte le sperimentazioni – anche su alcune persone – delle ultime settimane.
(foto di copertina: da free commons Pixabay)