Coronavirus, il sindaco leghista di Ferrara distribuisce i buoni spesa prima agli italiani

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E' polemica per la scelta di Alan Fabbri in tempo di coronavirus. Il sindaco di Ferrara ha deciso di dare i buoni spesa prima agli italiani

Durante questa drammatica emergenza causata dalla diffusione in scala globale del coronavirus abbiamo assistito a molte scene di solidarietà, in tutto il mondo. Per fare un esempio eclatante, circa una settimana fa il Portogallo ha deciso di concedere il permesso di soggiorno a tutti gli immigrati che ne hanno già fatto richiesta, almeno fino al primo luglio, per permettergli di ricevere assistenza sanitaria e avere il diritto ai servizi pubblici di fronte all’emergenza coronavirus. Eppure, stavolta, dobbiamo raccontare di un episodio che non avremmo voluto vedere.



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Siamo in Italia, precisamente a Ferrara. Il sindaco leghista Alan Fabbri ha deciso di inserire, tra i requisiti di accesso per l’assegnazione dei buoni spesa alimentare erogati dal Governo, la distinzione tra cittadini italiani e quelli appartenenti all’Unione Europea rispetto agli extracomunitari.



Una decisione che ha suscitato polemiche. Ma non poteva essere altrimenti. A puntare il dito contro Fabbri è soprattutto Emilia-Romagna Coraggiosa, il gruppo regionale di sinistra. «A Ferrara Alan Fabbri ha deciso di alimentare una quanto mai insopportabile guerra tra poveri, classificando in base alla nazionalità i nuclei che hanno bisogno della solidarietà alimentare», ha detto il consigliere regionale Igor Taruffi. «Si tratta di un atteggiamento in contrasto con i principi costituzionali. Un fatto grave, che denota ancora una volta come questa destra sia sempre e solo impegnata a soffiare sul fuoco della discriminazione».

Fabbri rivendica la scelta sostenendo che «i buoni spesa legati a questa emergenza devono essere utilizzati soprattutto da chi non usufruisce e non ha mai usufruito di altri aiuti: devono servire ai lavoratori precari; ai professionisti che si trovano all’improvviso senza entrate, ai cassaintegrati e agli imprenditori bloccati nelle loro attività. È evidente che chi già è seguito dai servizi sociali, in termini economici, continuerà ad esserlo». Secondo il sindaco, infine, «le polemiche sui criteri che abbiamo individuato per l’assegnazione dei buoni spesa sono frutto di un pregiudizio politico che pretende, ancora una volta, di indirizzare qualsiasi forma di sostegno sempre alle stesse fasce di popolazione, fingendo di non sapere che senza fissare regole chiare si rischia di erogare aiuti, ancora una volta, soprattutto agli immigrati che già accedono a tante altre forme di sostegno».



[CREDIT PHOTO: TWITTER/VIRGINIA RAGGI]