Coronavirus, dietrofront di Pechino: sabato Niccolò tornerà in Italia da Whuan

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Il rientro del 17enne italiano bloccato nella città da cui è partito il contagio rischiava di trasformarsi in un caso diplomatico

Il rientro di Niccolò, il 17enne italiano rimasto bloccato a Whuan per paura del coronavirus, rischiava di trasformarsi in un vero e proprio caso diplomatico. Pechino infatti aveva fatto sapere che non c’erano le condizioni per far atterrare l’aereo che voleva riportare il giovane in Italia, poiché veniva data la precedenza agli aerei che trasportavano beni di prima necessità.



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Alla fine Pechino ha dato il via libera, e Niccolò potrà tornare in Italia questo sabato. Il giovane diciassettenne non era potuto salire a bordo dell’aereo dell’Aeronautica militare che il 3 febbraio aveva riportato in Italia i 56 italiani rimasti bloccati a Whuan perché aveva qualche linea di febbre. Dopo i necessari test e controlli, è stato scongiurato il contagio da coronavirus, ma nonostante questo far rientrare Niccolò è stato complicato. Pechino infatti aveva fatto sapere di non avere slot disponibili per far atterrare aerei che non trasportassero i beni di prima necessità.



Poi però è arrivata la buona notizia: se già nella mattinata di giovedì 13 febbraio il ministro della Salute Roberto Speranza aveva dichiarato che a lui risultava «che un aereo sia andato a prenderlo e che in giornata dovrebbe partire per l’Italia», nel primo pomeriggio è arrivata la conferma ufficiale. Il Ministero degli Esteri ha infatti reso noto che il volo speciale dovrebbe partire venerdì 14 febbraio verso la Cina, e riportare Niccolò a Roma già sabato.

 



(Credits immagine di copertina: profilo facebook di Luigi Di Maio)