Coronavirus, ANICA e altre 51 aziende cinematografiche si appellano alle Istituzioni UE
10/04/2020 di Thomas Cardinali
Il mondo del cinema è messo in ginocchio dal coronavirus molto più di altri, visto che la riapertura delle sale è ancora un miraggio tanto che i film stanno uscendo direttamente in streaming con ingenti danni. Il comparto cinematografico e audiovisivo europeo, rappresentato da numerose e importanti organizzazioni quali MPA, IFTA, FIAPF, IVF, ANICA, Mediapro, Europa Cinemas, EPC e SF Studios, in linea con le misure di emergenza iniziali annunciate a livello nazionale da parte dei fondi cinematografici e di altri organismi, richiede con urgenza l’intervento delle Istituzioni europee e degli Stati membri per salvaguardare il futuro del settore, fortemente penalizzato dall’epidemia coronavirus.
L’emergenza coronavirus ha generato una profonda crisi per la creatività e la cultura in Europa e il settore cinematografico e audiovisivo, oltre ad essere al centro dell’identità culturale, creativa e sociale dell’Europa, contribuisce in modo determinante all’economia e all’occupazione. Il settore potrà inoltre svolgere un ruolo importante nel periodo post coronavirus che i Paesi dovranno affrontare nei prossimi mesi, Per questo è necessario un intervento immediato da parte delle Autorità: senza un forte impegno europeo, il settore rischia di non poter superare l’impatto di questa crisi.
Il business cinematografica e audiovisiva è basato su progetti, e per questo caratterizzato da un ciclo economico irregolare, un vasto ecosistema interconnesso che va dallo sviluppo del progetto attraverso la sua creazione e finanziamento, alla produzione, alla promozione e distribuzione (online e offline), alla proiezione in sala e a tutte le forme di diffusione del prodotto audiovisivo. Le attività del comparto cinematografico e audiovisivo hanno come protagonisti artisti e professionisti che, a seguito all’esplosione della pandemia, si sono trovati a vivere un forte momento di crisi sociale ed economica. Ogni segmento del settore dovrà affrontare le proprie specifiche sfide. Gli impatti generati dalla crisi saranno diversi, non solo tra i singoli Stati membri, ma anche nelle differenti aree degli stessi.
Il potenziamento della distribuzione di contenuti da parte di broadcaster tradizionali e piattaforme online sta contribuendo, durante la crisi, a creare un forte senso di unità domestica. Tuttavia, non può in alcun modo arginare la crescita della disoccupazione e le perdite economiche che stanno investendo l’intero settore; né si tradurrà in una ripresa degli investimenti e delle attività di produzione e distribuzione interrotte; né, tantomeno, in finanziamenti per lo sviluppo di progetti futuri.
È dunque necessario un sostegno finanziario urgente, ora e nei mesi a venire, per salvaguardare l’ecosistema cinematografico e audiovisivo presente e futuro in Europa, enormemente penalizzato dalle necessarie misure di distanziamento sociale.
Il settore in Europa potrà essere un canale e un catalizzatore dei dibattiti e delle discussioni che saranno essenziali al termine dell’emergenza, quando i cittadini faranno i conti con le conseguenze di questa crisi senza precedenti e dovranno porre le basi per un nuovo ottimismo e una rinnovata fiducia nel comune futuro europeo.