«Niente allarmismi ma serve attenzione perché l’incremento inizia a riflettersi progressivamente sull’aumento delle ospedalizzazioni»: questo il commento di Cartabelotta, presidente della Fondazione Gimbe, rispetto agli ultimi dati sul coronavirus rilevati e confrontati con quelli di un mese fa. Quel 140% in più è un dato che sicuramente fa effetto e che si riflette maggiormente su Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Lazio ma anche sulle regioni dl Sud.
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Cartabelotta ha parlato di «non poche preoccupazioni per la risalita della curva di contagio sia perché l’incremento inizia a riflettersi progressivamente sull’aumento delle ospedalizzazioni, sia perché solo negli ultimi due giorni, peraltro non inclusi nella nostra analisi settimanale, sono stati riportati quasi 1.500 nuovi casi». I dati relativi all’ultima settimana – dal 12 al 18 agosto – segnano un +20,6% di casi in più rispetto alla settimana precedente (da 2.818 a 3.399 casi in più). Aumentanti anche i ricoveri in terapia intensiva (da 49 a 58) così come le persone ricoverate con sintomi (da 801 a 843).
L’attenzione rispetto alla curva deve rimanere, nel nostro paese, «molto alta». In particolare, «se da un lato bisogna evitare inutili allarmismi, dall’altro non è ammissibile sottovalutare il costante aumento dei nuovi casi, anche in vista di appuntamenti cruciali per il Paese, quali riapertura di scuole e università e consultazioni elettorali». Gli aumenti più importanti si sono avuti in: «Lombardia, che conta il 35,2% dei casi (5.314); un ulteriore 51,5% si distribuisce tra Emilia-Romagna (1.789), Veneto (1.688), Lazio (1.359), Piemonte (897), Sicilia (722), Toscana (718) e Campania (596); i rimanenti 2.006 casi (13,3%) si sono verificati nelle restanti 11 regioni e nelle 2 province autonome, dagli 8 della Valle d’Aosta ai 340 della Puglia». La morale della favola è semplice: gli effetti delle riaperture e delle vacanze si stanno manifestando, la possibilità di tornare a circolare liberamente rafforza il virus. Per evitare problemi occorre osservare le tre regole d’oro: distanziamento sociale, mascherina quando non è possibile e igiene accurata delle mani.
(Immagine copertina da Pixabay)