«Non capivamo perché quella foto di puro amore fosse stata usata da FdI per generare odio»

Categorie: Attualità

L'intervista alla coppia canadese che ha visto l'immagine della nascita del loro bambino, attraverso la GPA, utilizzata da Fratelli d'Italia per la sua propaganda contro la gestazione per altri e le adozioni omogenitoriali

Uno scatto realizzato dalla fotografa Lindsay Foster. Una fotografia che immortalava la gioia commossa di due uomini che, grazie alla gestazione per altri, erano riusciti a dare alla luce un bimbo. Quell’immagine di felicità fu, però, utilizzata da alcuni esponenti della politica internazionale per alimentare la classica propaganda contro i diritti delle persone omosessuali, le adozioni omogenitoriali e – ovviamente – la GPA. Un caso che varcò, dunque, i confini d’Oltreoceano, arrivando anche nel nostro Paese. Perché c’è stato un partito che ha deciso di utilizzare quella foto (in barba anche alle più banali e basilari regole del copyright) per realizzare manifesti e card finite sui canali social. Per questo motivo, la coppia canadese fu contattata da GayLex per procedere contro FdI (Fratelli d’Italia).



LEGGI ANCHE > FdI utilizzò la foto di una coppia gay per una campagna contro la Gpa, oggi sapremo come è finita la causa

La storia di BJ Barone e Frankie Nelson ha fatto il giro del mondo. Nel 2012, dopo aver trovato una stabilità lavorativa, decisero che era arrivato il momento di allargare la loro famiglia. Per questo motivo, la coppia canadese decise di rivolgersi alle strutture sanitarie per trovare una donatrice di ovociti per tentare la strada della “gestazione per altri” (GPA). Dopo alcune ricerche, una donna di nome Kathy si offrì e qualche mese dopo diede alla luce il piccolo Milo, nato nel pomeriggio del 27 giugno 2014. Sono passati molti anni da quella decisione e da quel processo clinico che ha consentito ai due uomini di poter avere un figlio, ma questa vicende fece clamore non solo per la storia, ma per gli “abusi” politici e propagandistici che alcuni esponenti della politica internazionale. Addirittura, in Italia il partito (ora al governo) Fratelli d’Italia realizzò alcuni manifesti – diventati virali anche sui social – utilizzando un’immagine dei due che stringevano al petto il neonato Milo per condurre la loro classica campagna contro le coppie omosessuali e la GPA. Era il 2016, nei giorni più caldi delle discussioni sul cosiddetto ddl Cirinnà, quello sulle unioni civili. E quell’immagine (modificata con lo slogan “Lui non potrà mai dire mamma. I diritti da difendere solo quelli del bambino), venne condivisa – prima di essere rimossa – sui canali social del partito di Giorgia Meloni e di Gioventù Nazionale. Giornalettismo ha parlato con la coppia canadese per conoscere dei contorni di questa causa e non solo. Da anni, infatti, la loro storia è stata il volano per lanciare progetti a sostegno dei diritti universali di tutti. Diritti che si fondano sull’amore. E basta.



Coppia canadese contro FdI, l’intervista a BJ Barone

«Abbiamo provato una sensazione orribile e ci siamo arrabbiati molto quando abbiamo scoperto che Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia avevano usato la nostra foto della nascita di Milo per la loro campagna di propaganda contro la GPA – hanno spiegato Barone e Nelson a GTT -. La famiglia di BJ, che vive in Italia, lo contattò per dire di aver riconosciuto la nostra foto e che lì era finita su tutti i giornali. Questa foto rappresenta tanto amore. È il momento in cui nostro figlio Milo è venuto al mondo e il momento in cui siamo diventati genitori. Questa foto ha toccato così tante persone in tutto il mondo e non riuscivamo a capire come o perché potesse essere usata per odio e come qualcuno non riuscisse a guardarla e vedere solo amore puro».

Amore puro immortalato in un’immagine, uno scatto di una vita familiare che aveva appena iniziato a prendere forma. E la nascita del piccolo è diventata virale anche grazie a quella fotografia che ha una serie di significati profondi che rispondono al concetto di amore incondizionato e libero: «Milo è nato durante il World Pride che si è tenuto qui a Toronto nel giugno 2014. Il fatto che la nostra foto di nascita sia diventata virale significa molto per noi. Milo è nato in un momento in cui tutti, di tutte le estrazioni sociali, di tutti i generi e di tutti gli orientamenti, sono venuti a Toronto per celebrare l’amore, l’accettazione, la diversità e l’inclusione. Per noi, questo è il significato della nostra foto. Non importa chi sei, non importa quale sia il tuo orientamento sessuale, non importa chi ami, hai il diritto di essere amato e accettato. Quando Giorgia Meloni e i Fratelli d’Italia hanno usato la nostra foto a scopo di odio, abbiamo deciso di reagire e di mostrare al mondo che tutte le famiglie sono create in modo diverso. Non importa se hai una mamma o un papà. Se avete una mamma e un papà, due mamme, due papà o qualunque sia la composizione della vostra famiglia, la famiglia è fatta di amore».



La decisione di fare causa a FdI

La foto, il messaggio. Poi, qualche anno dopo, la strumentazione politica da parte di Fratelli d’Italia con quei manifesti e le card social finite sulle pagine del partito. Da qui la decisione di adire a vie legali:«Ovviamente mancava l’autorizzazione a utilizzare la nostra foto e le nostre immagini senza consenso. Anche se la foto è stata vista in tutto il mondo, non si può semplicemente rubare una foto da internet e usarla. Esistono leggi sul copyright e sull’utilizzo che stabiliscono come possono essere utilizzate le opere originali, ma loro non sembravano preoccuparsi o chiedere l’autorizzazione. Come se non bastasse, i nostri volti erano presenti in tutta Italia, così come quello di nostro figlio appena nato. Quando è successo tutto questo, alcuni avvocati in Italia ci hanno contattato e ci hanno chiesto se potevano aiutarci. Abbiamo deciso di lavorare con GayLex, Michele Giarratano e Cathy La Torre, perché sapevamo che avrebbero lavorato duramente per combattere contro Meloni e i Fratelli e garantire che fosse fatta giustizia».

E nello stesso anno, mentre in Italia scoppiava la discussione sulle unioni civili, lo scatto che immortalava BJ Barone, Frankie Nelson e il piccolo Milo fu utilizzata anche in un altro Paese del Vecchio Continente, sempre per fare campagna contro i diritti delle famiglie arcobaleno. Perché la vicenda della coppia canadese contro FdI non è stata l’unica battaglia condotta dai due nel corso degli anni: «Nel 2016, in Irlanda si è svolto un referendum proprio su questi temi. Lì c’era una politica che ha utilizzato quella stessa nostra foto per generare un sentiment negativo sui suoi social media. L’ha usata per aiutare la sua campagna contro la maternità surrogata e contro le famiglie omosessuali, ma non al livello in cui l’ha usata Fratelli d’Italia. Ha immediatamente cancellato l’immagine dalle sue piattaforme online dopo che abbiamo iniziato una campagna su Twitter contro di lei e alla fine non ha vinto le elezioni».

L’Italia e la GPA, una “battaglia” vista dall’estero

Ovviamente, il caso della coppia canadese contro FdI è ancora più attuale per via delle nuove mobilitazioni che il governo ha avviato per rendere la Gestazione per altri un “reato universale”. Vista la loro storia, abbiamo chiesto un commento, una visione da fuori i confini italiani, di quel che sta accadendo: «La criminalizzazione della GPA non farà altro che danneggiare ulteriormente non solo la comunità LGBTQIA, ma anche tutti coloro che vogliono creare una famiglia utilizzando la GPA. I genitori single e le coppie eterosessuali usano la maternità surrogata per creare famiglie, quindi renderla illegale non farà altro che richiamare l’attività illegale. Per non parlare delle pratiche non sicure che potrebbero verificarsi. Tutti dovrebbero avere il diritto di essere genitori e deve esserci una separazione tra Chiesa e Stato. Gorgia Meloni sta governando con convinzioni “cattoliche”. Non tutti sono cattolici, quindi non tutti dovrebbero essere costretti a seguire queste convinzioni. Quando i politici iniziano a imporre la loro “agenda religiosa” a tutti, creano ostilità, condizioni di vita non sicure dando vita a un mondo in cui le persone vivono nella paura, perché la loro religione non è in linea con le credenze religiose di qualcun altro. Lavoriamo con un’organizzazione non profit chiamata Men Having Babies e incontriamo tanti uomini dall’Italia e da tutta Europa che vogliono diventare genitori. Purtroppo devono venire in Canada o negli Stati Uniti per farlo, perché le leggi dei loro Paesi non lo permettono».

Perché se in Italia si va verso questa “definizione”, all’estero le cose sono differenti. Bj Barone e Frankie Nelson hanno concluso questa intervista lanciando un grande messaggio: «In Canada la maternità surrogata è consentita e molte persone da tutto il mondo vengono qui per iniziare il loro viaggio verso la genitorialità. Il nostro messaggio ai cittadini italiani è: “Non rinunciate a lottare per i vostri diritti. Se volete qualcosa di così importante, vale la pena di lottare”. Ai politici italiani diciamo: “Perché volete fare cose che fanno male alle persone? State dalla parte giusta della storia. Le leggi che state cercando di mettere in atto fanno più male che bene”». Ed è proprio per questo che la coppia canadese ha dato vita a un progetto che trova la sua estensione nel siro FamilyIsAboutLove. Una piattaforma che ha l’obiettivo di aiutare ed educare le persone, fornendo risorse per la maternità surrogata e contribuendo al processo di normalizzazione delle famiglie LGBTQ, soprattutto per quel che riguarda quei retaggi culturali che offuscano tutto e cercando di rendere innaturale relazioni naturali. I due, infatti, sono entrambi insegnanti e sostengono che l’educazione sia la chiave per aprire le menti e i cuori all’accettazione.