Il grande biscotto: il caso del Corriere della Sera

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Il quotidiano di via Solferino sembra addirittura dare una sorta di indicazione di costo per persona sul valore dei cookies di tracciamento

Sempre nell’ambito del nostro viaggio all’interno delle cookies policies dei grandi gruppi editoriali italiani, torniamo a parlare del tema del cookie wall e di quello che sta facendo, ad esempio, il Corriere della Sera. Dall’iter che ci ha portato alla definizione delle policies del gruppo di via Solferino sul tracciamento degli utenti possiamo addirittura venire a sapere quanto valore economico il quotidiano attribuisca ai cookies dei singoli abbonati.



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Cookies del Corriere della Sera, come si sta comportando il quotidiano

Abbiamo già ampiamente parlato della cookies policies approvata in sede di regolamento europeo, di linee guida dei Garanti e di quando sia consentito, effettivamente, individuare un metodo alternativo d’accesso ai contenuti di un sito, pur senza accettare i cookies di tracciamento. Il Corriere della Sera, così come la maggior parte ormai delle testate italiane, dopo il primo avviso che permette di accettare i cookies, di accettarli parzialmente o di rifiutarli, presenta un successivo banner per tutti coloro che non hanno effettivamente accettato i cookies.



Il banner successivo chiede di sottoscrivere, dunque, una «offerta economica equivalente» o un altro abbonamento per continuare a navigare sul sito web senza essere tracciati. E, così facendo, attribuisce il famoso valore economico pro capite a un utente che, invece, accetta i cookies.



La sottoscrizione dell’abbonamento che evita il tracciamento attraverso i cookies di profilazione, infatti, ha il costo di 14,99 euro. Dunque, la “compensazione” per il mancato tracciamento è quantificabile in questa cifra: è il valore, evidentemente, che l’editore crede di poter ottenere dalla profilazione pro capite di un utente. Oltre al danno, poi, arriva la beffa: perché nel banner il Corriere cerca anche di spiegare la sua policies sui cookies. Spiega il ruolo di questi ultimi all’interno del meccanismo editoriale e lascia intendere che, in caso di mancata accettazione del tracciamento, l’abbonamento comporterà la rinuncia anche a quelli che sembrano essere i cosiddetti cookies “tecnici” (e non solo quelli strettamente “promozionali”). Offre, dunque, all’utente una ulteriore possibilità di accettare i cookies. Della serie: hai visto? Non hai accettato i cookies. Non puoi vedere il sito se non sottoscrivi l’abbonamento. Questa è la conseguenza. Non sei d’accordo? Hai ancora la possibilità di accettare i cookies e consultare il sito del Corriere gratuitamente (ovviamente, per le sue parti non coperte da paywall).

Qual è la nostra valutazione del problema? – Eccola: 

Non solo si configura un caso di cookie wall, ma si attribuisce anche un valore economico al “pacchetto dei cookies”. Una volta mostrato questo valore economico (di 14,99 euro), l’utente ha una nuova possibilità di ritornare sui propri passi e considerare se il tracciamento della sua navigazione è il cosiddetto “gioco che vale la candela” per non pagare questa cifra in abbonamento. Una soluzione che non avevamo ancora esplorato in casi simili, ma che favorisce ulteriormente la confusione sul tema. Unico aspetto positivo (anche se non chiarissimo): in base al paragrafo esplicativo del Corriere, ci sembra di capire che – dietro pagamento di 14,99 euro – ci sia una rinuncia a *tutti* i cookies, anche quelli tecnici. Alla prossima puntata.

NB. Questo fa parte di una serie di articoli che riguarderanno le policies dei vari gruppi editoriali italiani in merito alla questione dei cookies, delle informative da fornire agli utenti e dalla coerenza di queste ultime con le norme previste dal GDPR