Perché la legge UE sulla rimozione dei contenuti terroristici dalle piattaforme entro un’ora è controversa

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Volendo limitare la radicalizzazione online e i contenuti terroristici si rischia di danneggiare quei paesi in cui la democrazia è solo di nome e non di fatto

L’Unione europea ha deciso di adottare una legge che impone la rimozione di contenuti classificati come terroristici entro un’ora dalla notifica da parte delle autorità nazionali. Il provvedimento entrerà in vigore a dodici mesi dalla pubblicazione in Gazzetta ufficiale dell’UE e, a quel punto, dovrà essere messo in atto da ognuno dei paesi membri. Quelli che accolgono la legge con maggiore spirito critico parlando della possibilità che questo provvedimento sia d’ostacolo alla libertà di parola in quei paesi europei che si trovano attualmente sotto regimi autoritari, Polonia e Ungheria in primis. Questo provvedimento, che mira a contrastare la radicalizzazione online, è in discussione presso l’UE da un paio d’anni, proposto per la prima volta nel 2018, quando il continente stava aveva sperimentato da poco una serie di attacchi a opera dell’ISIS.



In particolare si da riferimento a testi, audio, immagini e trasmissioni dal vivo che danno informazioni pericolose – ad esempio le guide su come fabbricare armi ed esplosivi – e a contenuto che inneggiano al terrorismo, favorendo così l’arruolamento di combattenti.

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Le aziende che non rispetteranno la legge saranno sanzionate

Cosa accadrà una volta che questa legge sarà entrata in vigore? Ogni società di Internet, grande o piccola che sia, dovrà rispettare le notifiche e sarà chiamata a «rimuovere o disabilitare l’accesso ai contenuti terroristici segnalati» quali che essi siano entro massimo un’ora dalla segnalazione delle autorità nazionali. Le piattaforme che rifiuteranno di conformarsi potranno essere punite con sanzioni pecuniarie.

Da questo regolamento sono esplicitamente esclusi contenuti classificabili come tali ma che fanno parte di materiale educativo, artistico, accademico e giornalistico. Questo significa che tutti i contenuti che rientrano sotto queste etichette non dovranno essere obbligatoriamente rimossi anche se segnalati. Oltre a questo, una volta entrata in vigore la legge le piattaforme non saranno costrette a monitorare e filtrare il materiale in via preventiva. Nonostante questa specifica, però, sono molti i deputati del Parlamento europeo e i gruppi per i diritti umani rimasti perplessi perché, pur di evitare di incorrere in sanzioni, le piattaforme potrebbero comunque rimuovere preventivamente i contenuto e i filtri applicati nel farlo potrebbero essere troppo severi, rischiando così di rimuovere contenuti legittimi.



Il problema degli regimi autoritari europei

All’interno dell’Unione Europea, come sappiamo bene, non ci sono solamente democrazie che funzionano al meglio delle loro possibilità ma anche regimi autoritari come la Polonia e l’Ungheria. Considerato che la notifica per la rimozione del contenuto bollato come “terroristico” spetta alle autorità governative, quanto ci metterebbe Orban a far rimuovere la legittime critiche delle opposizioni o di chi la pensa diversamente da lui dal web? Un gruppo per i diritti civili non ha esitato a scrivere che «questo potrebbe aprire la strada a regimi autoritari per mettere a tacere i loro critici all’estero emettendo ordini di rimozione oltre i loro confini», riporta The Verge, e «poiché ciò deve avvenire entro un’ora, le piattaforme online non avranno altra scelta che rispettare questi ordini per evitare multe o problemi legali».