Conte spiega come usare la mascherina obbligatoria a casa

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Il presidente del Consiglio ha dato un ulteriore chiarimento rispetto al provvedimento dell'esecutivo

Il presidente Giuseppe Conte su mascherina obbligatoria in casa ha dei chiarimenti da fare. Il provvedimento è uno dei più discussi tra quelli emanati dal governo con decorrenza immediata a partire da oggi, in attesa del nuovo Dpcm che verrà pubblicato nei prossimi giorni, dopo la ricezione della proroga dello stato d’emergenza fino al 31 gennaio 2021. La mascherina sarà obbligatoria non soltanto all’aperto, ma anche nei luoghi chiusi aperti al pubblico (come del resto era successo fino a questo momento) e nelle abitazioni private che non siano di proprietà.



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Conte su mascherina obbligatoria anche in casa: le linee guida

A spiegare come questo sia possibile è lo stesso presidente del Consiglio, in un breve punto stampa davanti a Palazzo Chigi: «Il governo non può entrare nelle abitazioni private, ovviamente – ha specificato Giuseppe Conte -. Tuttavia la nostra è una sentita raccomandazione: bisogna avere comportamenti appropriati anche in famiglia. La mascherina e le regole di distanza valgono anche con familiari che ad esempio abitano dall’altra parte della città».



Dunque, il chiarimento è necessario per disciplinare le nostre regole di comportamento: quando si parla di abitazioni private diverse da quelle di proprietà o di domicilio, è sempre bene indossare la mascherina per evitare potenziali contagi. Gli appuntamenti con familiari e amici, infatti, sono occasioni di diffusione del coronavirus, proprio in momenti in cui – protetti dalle mura di una abitazione – abbassiamo i livelli di guardia e di attenzione.

La misura delle mascherine obbligatorie anche nelle abitazioni, viene ricordato al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, non era previsto nemmeno a marzo-aprile, quando l’Italia era in regime di lockdown. Ma il presidente del Consiglio risponde: «Le misure sono sempre state prese seguendo i principi della proporzionalità – ha detto Conte -. In lockdown si rispondeva ad altri criteri, oggi rispondiamo a questi proprio per impedire che si giunga a una stretta ancora più dura sulle attività e sugli esercizi commerciali».