Per il Consiglio superiore della pubblica istruzione la maturità va fatta a distanza

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Il Consiglio superiore della pubblica istruzione consiglia la maturità a distanza se non si possono garantire protocolli stringenti

L’opinione del Consiglio superiore della pubblica istruzione sulla maturità è chiara: viene fortemente raccomandato un esame da remoto – così come deciso per gli studenti di terza media – qualora non ci fosse l’assoluta garanzia di un protocollo di sicurezza nazionale «stringente, dettagliato e prescrittivo a garanzia della salute di tutto il personale coinvolto». Un parere è arrivato anche sui voti dei bambini delle elementari, che andrebbero sostituiti con dei giudizi più adeguati a interpretare il mezzo anno scolastico che è stato seguito. In vista della riapertura delle scuola a settembre, poi, è stata evidenziata la necessità di nuove assunzioni.



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Parere Cspi obbligatorio ma non vincolante

La ministra dovrà tener conto di questo parere ma non sarà obbligata a procedere come indicato dal Cspi. Rispetto alla scuola elementare è stato suggerito, «tenuto conto che la situazione emergenziale ha particolarmente penalizzato l’apprendimento degli alunni più piccoli», di esprimere un giudizio che tenga conto della situazione complessa, diverso da quello che viene dato solitamente a fine anno in decimi. Tutto considerato che, per i bambini delle elementari, « l’interazione in presenza con i docenti costituisce un elemento determinante nei processi di apprendimento, in misura maggiore rispetto agli altri gradi di scuola».



Per il Consiglio sono necessarie nuove assunzioni a settembre

Si è parlato anche della ripresa a settembre dell’anno scolastico 2020/’21: «Sarà necessario intervenire tempestivamente con provvedimenti normativi che riducano il numero minimo di alunni di ogni istituzione scolastica dimensionata e il numero minimo di alunni per classe e, di conseguenza, determinino l’aumento degli organici di tutto il personale della scuola, dirigente, docente, amministrativo». Un calendario scolastico preciso, posto che si dovrebbe cominciare prima per permettere il recupero delle discipline insufficienti, ancora non c’è. In conclusione, l’auspicio del Cspi è che il ministero dell’Istruzione tenga conto dei suggerimenti dati nel ruolo di «massimo organismo istituzionale e di rappresentanza della comunità scolastica».

(Immagine copertina da Pixabay)