Conservare i ricordi di viaggio ieri e oggi, dalla carta al digital | VIAGGIARE INFORMATICI

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Conservare i ricordi di viaggio oggi - tra sistemi cloud, hard disk password a protezione - è molto semplice ma ci sono buone pratiche da non dimenticare

Ricordi di viaggio: vi siete mai fermati a riflettere quanto, dall’inizio degli anni Duemila ad ora, siano cambiate le nostre pratiche quando si tratta di conservare le fotografie che ci facciamo ogni volta che vogliamo ricordare qualcosa? Chi è nato negli anni Novanta ricorda bene la differenza tra il prima e il dopo – avendo memoria di com’era prima e di come sia diventato poi -; tante volte, invece, chi è nato prima non si è mai separato dall’idea di foto su carta stampata raccolte in piccoli album plastificati o enormi album cartacei. Dall’altra parte, invece, troviamo una gen Z che è arrivata a pensare che gli album siano qualcosa di vintage, apprezzandone anche la fisicità proprio per questo modo di vivere i ricordi di viaggio che, ora, è indissolubilmente legato al digital.



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Ricordi di viaggio, generazioni a confronto

Nella puntata di oggi di Viaggiare Informatici insieme a Andrea Petroni di Vologratis e Gabriella Korchmaros di Where You Need to Be abbiamo esplorato le differenze tra come conservavamo i ricordi di viaggio prima e come lo facciamo ora. C’è Andrea, che ha alle spalle una lunga carriera nel mondo dei viaggi che si è sviluppata a partire dai blog e che parla di «album dei ricordi, sai, quella cosa che prendi la foto, la etichetti e la inserisci» a Gabriella, che invece si domanda «come le condividi su Instagram se sono fatte di carta?».



Le password per tenere al sicuro foto e contenuti

C’è un tema molto importate da tenere in considerazione oggi, quando ci troviamo a conservare moltissimi ricordi digitali sui nostri smartphone e – troppo spesso – non abbiamo cura di spostarli dove di dovere per liberare la memoria dei poveri dispositivi intasati. Ci sono «hard disk e cloud – come sottolinea Gabriella – io ho tutto in una cartella ordinata e protetta da password».

Libera la memoria, protetti i file, ma ovviamente bisogna sempre – come buona norma di igiene digitale legato alle tante chiavi d’accesso con cui abbiamo a che fare – appuntarsi la password in un luogo sicuro e avercela a portata di mano quando, inevitabilmente, ci si ritrova confusi su la password X per l’accesso Y.