Il confronto con il recentissimo passato serve per comprendere al meglio come si sta delineando il quadro epidemiologico in Italia. E attorno a questo tema si sono aperte due teorie opposte che riguardano il confronto dati Covid maggio-agosto. Da una parte c’è chi sostiene che questo paragone non possa esser fatto a causa di differenze che appaiono evidente in base a quel concetto di ‘asintomatico’ rilevato su buona parte dei cittadini sottoposti ai test e risultati positivi; dall’altra, invece, c’è chi mostra come i grafici ufficiali indichino un quadro pressoché uguale, consentendo di rendere legittimo quel paragone.
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Di questa seconda scuola di pensiero è Lorenzo Ruffino che su Twitter, utilizzando i dati contenuti nell’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità pubblicato lo scorso 18 agosto, indica i punti di tangenza evidenziato nel confronto dati Covid maggio-agosto.
Si è diffusa questa idea che non si possa confrontare maggio con agosto perché si testava in modo diverso.
Tamponi e casi testati in media mobile oggi: 59.951 e 37.006.
Tamponi e casi testati in media mobile il 22 maggio: 63.300 e 37.534.
— Lorenzo Ruffino (@Ruffino_Lorenzo) August 22, 2020
I numeri, infatti, mostrano lo stesso numero di tamponi effettuati ieri (sabato 22 agosto) e quelli del 22 maggio (tre mesi fa). Si tratta di cifre non molto dissimili, soprattutto per quel che riguarda i casi testati (cioè quei tamponi che vengono effettuati la per la prima volta su un soggetto, e non quei famosi secondi o terzi tamponi che servono per dichiarare guarita una persona già risultata infettata).
Altro dato molto interessante che spinge verso la legittimità in un confronto dati Covid maggio-agosto è quello delle sintomatologie accusate dalle persone risultate positive ai tamponi.
L’altro argomento è che all’epoca trovavamo solo casi gravi. È falso, basterebbe guardare il report dell’ISS. I casi lievi/severi/critici complessivamente sono molto simili tra la settimana del 14 maggio e quella del 13 agosto. pic.twitter.com/SLgZ7L5RCn
— Lorenzo Ruffino (@Ruffino_Lorenzo) August 22, 2020
Il grafico citato da Ruffino è sempre contenuto nell’ultimo Report dell’ISS e fa riferimento agli esiti dei tamponi (a mo’ di istogramma) dell’ultimo rilevamento settimanale del 13 agosto scorso. Mettendo a confronto quel dato sui casi lievi, severi e critici (evidenziati dai colori diversi) appare evidente come ci sia una similitudine. Insomma, il confronto dati Covid maggio-agosto, ritenuto inapplicabile da alcuni, sembra essere – invece – una teoria da seguire per indicare l’evoluzione della situazione epidemiologica in Italia. Senza allarmismi, ma basandosi sui numeri reali.
Le differenze si trovano, fortunatamente, nei numeri dei decessi – drasticamente diminuito, ma la storia recente ha evidenziato anche comunicazioni tardive – e delle terapie intensive. Il calo dei casi tra giugno e luglio, infatti, ha permesso agli ospedali e ai medici di potersi confrontare meglio con le persone ricoverate. Cosa che, una volta esplosa l’emergenza – che ci ha trovati impreparati – non è stata possibile tra marzo e aprile. L’ultima differenza, che però non rinnega la possibilità di un confronto tra i numeri, è l’età media dei nuovi contagi, drasticamente calata negli ultimi mesi.
(foto di copertina: da grafico dell’Istituto Superiore di Sanità)