La storia dell’adesione del comune di Verona al referendum (che vorrebbe Sgarbi) per uscire dall’UE

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E le inevitabili proteste da parte del gruppo di minoranza del Pd

Sul portale istituzionale del comune di Verona è comparso l’annuncio di una proposta di legge di iniziativa popolare per l’indizione di un referendum per uscire dall’Unione Europea. Sulla stessa pagina, il comune – guidato dal sindaco di Forza Italia Federico Sboarina – ha diffuso gli estremi per l’adesione all’iniziativa. Una scelta che è stata contestata dal gruppo consiliare del Partito Democratico.



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Comune di Verona e la pubblicazione della legge di iniziativa popolare per l’uscita dall’Europa

L’iniziativa è stata lanciata dal gruppo Libera l’Europa – UEXIT, che ha come presidente – in base alle indicazioni del suo sito internet – il deputato Vittorio Sgarbi, eletto nelle fila del centrodestra. Il referendum chiede che ci possa essere una qualche forma di recesso dall’accordo internazionale che vede l’Italia aderire all’Unione Europea. Insomma, una proposta piuttosto cervellotica – che dovrebbe essere sottoposta a vaglio costituzionale – che però vede il comune di Verona promuovere l’iniziativa attraverso il suo canale istituzionale.



Non una adesione vera e propria, ma una sorta di endorsement, che permette ai cittadini di avere tutte le indicazioni utili per poter partecipare all’iniziativa. La nota del Partito Democratico della città è piuttosto netta. «Altri Comuni – scrivono in una nota i consiglieri Federico Benini, Elisa La Paglia, Stefano Vallani – , da Milano a Bologna a Reggio Emilia, hanno democraticamente messo a disposizione il servizio di certificazione delle firme presso i propri Urp, ma nessuno lo ha fatto con la formula dell’adesione. Si tratta quindi di un grave errore, l’ennesimo da parte dell’amministrazione Sboarina ormai allo sbando che non sa mantenere una linea politica su nessun tema».

Ovviamente, si tratta di un concetto piuttosto formale, con un coinvolgimento informativo e pubblicistico da parte della giunta scaligera. Ma, effettivamente, l’istituzione avrebbe dovuto calcolare meglio i tempi e i modi per consumare questo passaggio che rende visibile questa proposta di legge di iniziativa popolare.