Ormai da tempo abbiamo la possibilità di sfruttare la ricetta elettronica, versione digitale delle ricette che le persone che hanno meno familiarità con le nuove tecnologie hanno imparato a conoscere. Ricetta elettronica come funziona: vediamo di fare una panoramica sulla ricetta elettronica che parta dalla sua introduzione nel 2016 e vada a toccare il funzionamento e la struttura, individuando componenti importanti come il numero impegnativa ricetta elettronica, il procedimento per l’accesso al documento (banalmente, come vedere la ricetta elettronica) e la durata ricetta elettronica.
Partiamo con qualche cenno storico su un sistema che ha eliminato l’utilizzo della carta e le file fuori dal medico: l’arrivo della ricetta elettronica in Italia risale al 2016 e, all’inizio, poteva essere utilizzata solo per la prescrizione di farmaci di in classe A (ovvero tutti quei farmaci essenziali e per le malattie croniche che sono a carico dello stato o che prevedono, a seconda delle regioni, la possibilità di un ticket parzialmente a carico del cittadini).
A partire da maggio 2020 (in piena pandemia Covid) la possibilità di ricetta elettronica è stata estesa anche ai farmaci di classe B, C, D, E, ovvero i medicinali a base di sostanze stupefacenti e psicotrope e a quelli con forte attività analgesica. Il più recente cambiamento risale al 30 gennaio 2021: a partire da quel giorno e in seguito al decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze di dicembre 2020 è stato possibile prescrivere tramite ricetta elettronica anche tutti quei farmaci a pagamento che, solitamente, necessitavano della ricetta bianca.
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Cos’è la ricetta elettronica? Si tratta, in sostanza, della versione digitale delle tradizionali ricette rosse e delle ricette bianche (le prime per i medicinali a carico dello stato, le secondo per quelli a pagamento e non detraibili quando si procede con la dichiarazione dei redditi annuale). Come funziona, come vedere la ricetta elettronica e quale è la durata ricetta elettronica? Andiamo con ordine, spiegando passo dopo passo come funziona la prescrizione.
Il medico, dopo aver approvato la richiesta di farmaci del paziente, si collega a un sistema informatico identificativo e provvede alla compilazione. Vengono inseriti: tipo di medicinale, prestazione e patologia che giustifica quello specifico tipo di richiesta. Una volta inserite tutte le informazioni necessarie, il sistema genera un codice che contiene al suo interno i dati del paziente, le eventuali esenzioni e il nome del farmaco o della prestazione che è stata prescritta. Fatto questo, al medico non resta che trasmettere il promemoria della ricetta al paziente tramite e-mail, via sms o sfruttando qualsiasi canale di comunicazione con lui.
Il paziente che riceve la ricetta elettronica, a quel punto, può recarsi in farmacia portando con sé la tessera elettronica e ritirare o acquistare il farmaco. Un’altra domanda che può capitare di farsi spesso è quanto dura la ricetta elettronica. La durata ricetta elettronica è di 30 giorni su tutto il territorio nazionale e, una volta scaduta, non può ovviamente più essere utilizzata per procurarsi medicinali e prestazioni. Come vedere la ricetta elettronica? La ricetta è accessibile – una volta generata e caricata dal medico – sul Fascicolo Sanitario Elettronico di ogni paziente.
Come tutto ciò che corrisponde a burocrazia e necessità di carteggi, quando il procedimento diventa automatico e digitale la questione si semplifica e chi ci guadagna, in primi, è il cittadino. Attualmente basta avere accesso al fascicolo sanitario per ottenere una copia virtuale e stampabile della ricetta necessaria per comprare o ritirare farmaci presso ogni farmacia sul territorio italiano e per prenotare la visita medica necessaria.
Nota: ricetta elettronica e coronavirus. Volendo parlare dei vantaggi di questo sistema è impossibile non citare la pandemia e gli ormai oltre due anni che ci siamo trovati a vivere, con ospedali e sistema sanitario in crisi – al collasso in determinati periodi – e la necessità massima di tenere le persone quanto più distanti le une dalle altre garantendo, però, qualità del servizio.
La dematerializzazione dei servizi sanitari va a vantaggio del cittadino nella vita quotidiana ma anche e soprattutto nel corso della pandemia allo scopo di ridurre la diffusione de virus, quindi. A livello pratico, l’abitudine delle persone di recarsi presso studi medici e ambulatori per chiedere e ritirare le ricette mediche o per le prestazioni ha dovuto subito un radicale cambiamento.
Quali sono gli altri vantaggi, tolto il coronavirus, che è stato possibile ottenere per i cittadini italiani potendo sfruttare la ricetta elettronica al posto delle prescrizione cartacea? Esiste una vera e propria lista di vantaggi:
Classificato con la sigla di NRE (Numero Ricetta Elettronica), si tratta del numero univoco generato dal Sistema di Accoglienza Centrale utilizzando il quale è possibile numerare tutte le ricette elettroniche. Si tratta del numero che compare scritto nella parte in alto a destra della ricetta e che è composto, in totale, da quindici cifre. Spesso e volentieri può capitare di sentire chiamare il numero della ricetta elettronica come codice NRE per la ricetta rossa e codice NRBE per la ricetta bianca. Esso agisce in sostituzione, in sostanza, di quello che nella ricetta tradizionale cartacea. In entrambi i casi, questa sequenza di numeri serve per identificare in maniera univoca e a livello nazionale una prescrizione, permettendo di distinguerla da qualunque altra. Può capitare di sentir chiamare il numero della ricetta elettronica anche numero o codice impegnativa.