Il comandante della Sea Watch 3: «Per salvare vite umane rifarei tutto»

Arturo Centore, il comandante della nave Ong Sea Watch 3, ha risposto ad un interrogatorio lungo ben sei ore ieri. La Procura di Agrigento lo ha iscritto nel registro degli indagati, dove per ora figura soltanto il suo nome. Le accuse a carico del comandante sono di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, e non di violazione del divieto di entrare nel porto imposto dalla direttiva di Matteo Salvini.

Il comandante della Sea Watch 3: «Per salvare vite umane rifarei tutto»

Il comandante della la Sea Watch 3 non rimpiange affatto le sue decisioni, men che meno le rinnega. Dal salvataggio in mare dei 65 migranti fino alla decisione di entrare nel porto e far sbarcare i 47 rimasti a bordo. «Rifarei tutto» ha detto al Procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella e al pm Alessandra Russo. «Per salvare vite umane in mare, rifarei tutto» ha ribadito più volte rispondendo alle domande. Alla fine, dopo 6 lunghe ore, ha detto di essere «sereno». «Ho risposto ai pm assumendomi la responsabilità delle mie scelte» ha dichiarato Arturo Centore lasciando intorno alle 19.30 gli uffici della Procura. Dall’Ong arriva tutto il sostegno al proprio comandante: «Dimostreremo che è stato un intervento necessitato viste le condizioni psicofisiche dei naufraghi».

(Credits immagine di copertina: ANSA/Elio Desiderio)

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