I toni che la stampa usa parlando di Sam Brinton, vicesegretario nominato da Biden

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Sam Brinton è il nuovo vicesegretario aggiunto per lo smaltimento di combustibili e rifiuti negli Stati Uniti per il quale si sono scatenate le polemiche dei conservatori

Partiamo dai fatti relativi alla nomina di Sam Brinton – diventato vicesegretario aggiunto per lo smaltimento di combustibili e rifiuti negli Stati Uniti -, cercando di capire chi è la persona che è finita sui giornali conservatori americani (e non solo) venendo etichettato per il suo genere e i suoi interessi in relazione con il suo nuovo ruolo. Mentre il diretto interessato si è dichiarato entusiasta rispetto al lavoro che potrà fare per direzionare il paese nell’ambito di una tematica delicata come lo smaltimento di scorie, sono troppi quelli che hanno dato peso a tutto fuorché al suo curriculum.



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Chi è Sam Brinton, la «drag queen al servizio di Biden»

Sam Brinton ha ottenuto un doppio master al Mit di Boston in ambito energia nucleare, ha 34 anni, vive a Rockville, è sposato con un uomo e ha già fondato una società di gestone di scorie nucleari – la Core Solutions Consulting -; essendo nato in una famiglia di missionari battisti, il neo nominato si è trovato a subire terapie di conversione volute dai genitori. Tolti gli aspetti prettamente inerenti la sua vita personale, il CV di Sam Brinton è di estremo rispetto per una persona che è stata scelta da Joe Biden per ricoprire il ruolo di vicesegretario aggiunto per lo smaltimento di combustibili e rifiuti. Peccato solo che Sam Brinton sia finito su alcuni giornali – in particolare quelli di matrice conservatrice negli Stati Uniti – per tutto quello che non riguarda la sua professione e la sua professionalità.



Il virgolettato che abbiamo scelto di usare nel sottotitolo, per esempio, è parte del titolo ammiccante che Il Tempo ha scelto per parlare della questione. Il punto focale della notizia data da una determinata parte della sono stati, nell’ordine: l’aspetto di Sam Brinton, le sue scelte sessuali e il suo definirsi gender fluid. Al centro delle polemiche – come spesso accade per questa tematica – la sua scelta di essere chiamato con il pronome neutro «they/them» così come il suo essere attivista LGBTQI+ e il suo essere drag queen. Sono piovute critiche anche per le scelte di abito durante i ricevimenti alla Casa Bianca, dal rossetto alle vistose collane passando per i tacchi a spillo.

La reazione della stampa americana alla questione

Se da un lato il messaggio dato dall’amministrazione Biden è chiaro è limpido, dall’altro una parte della stampa Usa dimostra di essere ben lontana dal mondo attuale e da tante persone. C’è chi ha definito Brinton un «degenerato» e i titoli dei giornali più conservatori degli Usa lasciano poco spazio all’interpretazione, facendo riferimenti espliciti a tutto quello che non riguarda il suo mestiere.



Anche solo limitandoci ai titoli, ci sono toni ironici nei confronti della comunità LGBTQI+, allusioni esplicite agli interessi personali del politico e a ciò che gli piace fare quando non lavora. Si fa di tutto, insomma, per criticare Biden nella scelta del soggetto per un posto lavorativo che stando all’unica cosa che dovrebbe interessare – ovvero il suo curriculum – ha tutte le carte in regola e le capacità per ricoprire.

(Immagine copertina dal profilo Instagram di Sam Brinton)