Telegram dice di aver «reinventato la radio pubblica», ma in realtà si sta solo adattando a Clubhouse

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L'annuncio dei vocali nei canali pubblici, senza limitazioni di partecipanti

A leggere sul blog ufficiale di Telegram, sembrerebbe una grande rivoluzione. Addirittura, la notizia viene annunciata con toni enfatici: «Non importa quanto diventi popolare il tuo discorso, nuove persone saranno in grado di sintonizzarsi con te. È come la radio pubblica reinventata nel 21° secolo». Ma qual è il punto? Il servizio di messaggistica ha semplicemente esteso le chat vocali su Telegram – che da dicembre erano apparse nei gruppi – anche ai canali pubblici. Questo significa che i messaggi vocali – c’è anche la possibilità di registrarli – potranno essere inviati all’interno di contesti che non hanno un limite di partecipazione. Per ottimizzare questa soluzione, poi, Telegram considererà anche un sistema di prenotazioni (per alzata di mano, ad esempio).



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Chat vocali su Telegram, non vi ricordano qualcosa?

Insomma, tutto questo meccanismo non vi ricorda qualcosa? A noi sembra molto simile a Clubhouse che, non a caso, è il social più imitato del momento. L’unica differenza consiste nel fatto che, come è noto, Clubhouse ha una portata piuttosto limitata delle sue stanze, a cui possono partecipare fino a un massimo di 5mila utenti. Telegram abbatte questa barriera e propone il servizio a platee molto più vaste, provando così a inserirsi nel meccanismo dei social network vocali.



Altra differenza rispetto a Clubhouse. Telegram ritiene che alcune conversazioni possano meritare di essere preservate: gli amministratori, quindi, possono registrare l’audio dalle chat vocali per salvare i discorsi e pubblicarli per i follower che hanno perso l’evento dal vivo. Ovviamente, il principio dell’autorizzazione a essere registrati viene preservato da un espediente grafico: accanto alla conversazione vocale, infatti, comparirà il classico pallino rosso, emblema e simbolo universale della registrazione. Le persone che intervengono nei canali di Telegram, insomma, saranno consapevoli che le loro parole potrebbero essere salvate e preservate. Clubhouse, al contrario, impedisce la registrazione nativa delle chat audio.

Se c’è una cosa che ci lascerà in eredità questa pandemia, può essere senza dubbio l’importanza che diamo alla voce. E se il lustro 2015-2020 è stato il periodo delle immagini e dei video, il prossimo lustro (ammesso che le “ere social” durino ancora così tanto) sarà quello dell’audio.