Il Charlie Charlie Challenge è diventato la nuova moda della rete. Anzi. Internet è a dir poco impazzita dietro questo fenomeno. Bbc prova a spiegare quale sia l’origine di un movimento che attraverso l’hashtag #CharlieCharlieChallenge ha unito più di due milioni di persone negli ultimi giorni.
Il gioco consiste nel incrociare due matite in maniera perpendicolare su un foglio di carta bianco che risulterà diviso in quattro quadranti. In ciascuno di questi bisogna scrivere “si” o “no” due volte. A quel punto si fa la domanda: «Charlie, Charlie sei qui?» e si resta in attesa di una reazione da parte di una delle due matite, nel tentativo di evocare lo spirito di un demone. Questa dovrebbe spostarsi o sul “si” o sul “no”. Ed in base alla risposta si otterrà la volontà di “Charlie” di rispondere alle nostre domande.
Secondo quanto emerso nei social network questo gioco avrebbe avuto origine in Messico. Solo che il paese centroamericano non c’entra niente. Maria Elena Navez di Bbc Mundo ha spiegato che non esiste alcun demone chiamato “Charlie”: «Spesso le leggende messicane provengono dalla storia azteca e Maya o da credenze nate nel corso della dominazione spagnola. Nella mitologia messicana esistono dei chiamati “Tlaltecuhtli” o “Tezcatlipoca”, nomi della lingua Nahuatl. Ma se questa leggenda fosse nata nel corso della dominazione spagnola, allora lo spirito si sarebbe dovuto chiamare “Carlitos”». Niente Messico, quindi. E Maria Elena Navez lo dice a chiare lettere: «I demoni messicani sono spesso invenzioni americane».
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