Il ceo Schmidt: «Google Immagini nacque per colpa di un vestito di Jennifer Lopez»

27/01/2015 di Redazione

In un articolo pubblicato sull’edizione americana dell’Huffington Post, il ceo di Google Eric Schmidt ha spiegato come gli autori di una grande invenzione o innovazione spesso non siano in grado di immaginare il cambiamento nella società che esse riusciranno a generare, e come molte di quelle novità tecnologiche nascano, in realtà, come semplice risposta ad una ben precisa richiesta.

 

google immagini jennifer lopez

 

GOOGLE, COSÌ NACQUE GOOGLE IMMAGINI – È ovviamente anche il caso del colosso del web di Mountain View, che negli anni ha introdotto una lunga lista di servizi. Schmidt racconta che i due fondatori di Google, Larry Page e Sergey Brin, si accorsero che un motore di ricerca non dovesse più essere composto da semplici pagine di testo in occasione dei Grammy Awards del 2000. In occasione della prestigiosa premiazione Jennifer Lopez indossò un vestito verde che catturò nei giorni successivi l’attenzione del pubblico di tutto il mondo. L’indumento della cantante divenne la chiave di ricerca pià frequente in rete e ciò fece riflettere anche i fondatori di Google. Era chiaro che il testo con link non bastava più per indirizzare gli utenti verso la pagina che cercavano davvero, ovvero quella contenente foto. Nacque così l’idea di Google Immagini. Si tratta dello stesso principio che avrebbe dato vita a Google Maps. Gli utenti, ha spiegato ancora Schmidt, quando effettuano ricerche indicando delle località non vogliono ottenere link a siti web che descrivono la strada, ma vogliono scoprire come arrivarci. Quindi si è giunti alla creazione di una mappa cliccabile, trascinabile e facile da esplorare, poi diventata parte integrante di Google al punto che nessuno immaginerebbe ora il motore di ricerca senza quel servizio.

 

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GOOGLE, NESSUN AZIENDA È IMBATTIBILE -Le innovazioni, spiega ancora il ceo, sono comunque continue e dinamiche. Quando, ad esempio, lo scienziato inglese Tim Berners-Lee ha inventato il world wide web probabilmente non immaginava alal rivoluzione che ciò avrebbe prodotto. Così come l’ingegnere tedesco Karl Benz non conosceva il modo radicale in cui sarebbe cambiata la società con la sua invenzione dell’autovettura. Anche lo stesso Google, dice Schmidt, potrebbe ora essere battuto dalla concorrenza perché «il panorama economico in cui ci troviamo ad operare è in costante evoluzione». «Molte persone guardano a Facebook, Google, Apple e Amazon come aziende che nessuno potrebbe mai battere» ma «la storia è piena di esempi che dimostrano come la dimensione e il passato di successo non garantiscano nulla». «Grandi aziende – afferma il ceo di Google – possono essere superate rapidamente. Solo pochi anni fa Yahoo, Nokia, Microsoft e Blackberry sembravano senza rivali». Insomma se «qualcuno in un garage» sta già lavorando per battere Google anche il 2015 potrebbe essere l’anno per uscire allo scoperto. «So . dice Schmidt – che il prossimo Google non farà quello che fa Google, così come Google non ha fatto quello che ha fatto Aol».

(Immagine di copertina da Google Immagini)

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