La situazione Covid che sta vivendo l’India nell’ultimo periodo è nota a tutti. Solo nelle ultime 24 ore sono stati registrati 3.645 decessi e 375mila infettati nuovi infettati per un totale di 18,3 milioni di casi totali nel paese. Sia Twitter che Facebook sono stati accusati di aver assecondato la richiesta del governo indiano – classificabile come censura – di oscurare e bloccare una serie di contenuti che criticavano la gestione della pandemia da parte dell’amministrazione di Narendra Modi. Facebook ha risposto all’accusa e ha ammesso di averlo fatto ma, stando a quanto dichiarato, la censura Facebook India sarebbe stata frutto di un errore.
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“Keeping our community safe”
Quite the contrary Mr Zuckerberg. You are a quite a threat to public safety.
— Shivam Vij (@DilliDurAst) April 28, 2021
Così come è successo su Twitter anche su Facebook, nella giornata di ieri, gli utenti hanno provato a visualizzare i contenuti veicolati da un hashtag che chiedeva le dimissioni del primo ministro indiano. Il tentativo ha restituito che Facebook stava temporaneamente nascondendo i post per garantire la sicurezza della comunità e – secondo quanto riporta Buzzfeed News – non è stato possibile visualizzare i contenuti per almeno tre ore. I contenuti veicolati tramite l’hashtag #ResignModi sono tornati disponibili e Facebook ha dato la sua versione di quanto accaduto.
Secondo quanto riferitodall’azienda di Menlo Park non ci sarebbe una richiesta del governo indiano assecondata dietro questo blocco, si tratterebbe di un errore: «Abbiamo temporaneamente bloccato questo hashtag per errore, non perché il governo indiano ci abbia chiesto di farlo, e lo abbiamo già ripristinato». Il blocco sarebbe da imputare ad alcuni dei contenuti veicolati dall’hashtag, seppure Facebook non abbia specificato quali. Nel caso di Twitter, invece, la scelta di nascondere i tweet critici nei confronti di alcuni funzionari del governo era stata presa dopo aver ricevuto un ordine di emergenza da parte del governo.
Il ruolo di social come Twitter e Facebook, ancora una volta, si rivela decisivo quando nei paesi ci sono rivolte o proteste contro i poteri governativi. Stavolta, data la grande confusione, il mondo non può ignorare la situazione in India e le azioni di Facebook nel paese sono sotto la lente di ingrandimento tanto quanto quelle fatte per sedare le rivolte di Capitol Hill.