Il via libera di Palazzo Chigi alla celebrazione delle messe a partire dal 18 maggio

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I fedeli potranno tornare in chiesa a partire da lunedì 18 maggio come stabilito dal Protocollo firmato stamattina a Palazzo Chigi

La danza del si messe-no messe è finita. Ieri alla Camera si è registrata l’approvazione trasversale alla ripresa delle messe con i fedeli e dei riti di altre confessioni. Stamattina arriva la conferma da Palazzo Chigi, dove è stato firmato il Protocollo che permette la ripresa delle celebrazioni con in presenza dei fedeli a partire dal 18 maggio. Tra accuse di compromissione della libertà di culto, interventi di papa Francesco e passi indietro da parte della Conferenza Episcopale Italiana, l’epilogo parla di una ripresa della celebrazione dei culti nel rispetto di precisi standard sanitari. La decisione è frutto della collaborazione tra Conferenza Episcopale Italiana, presidente del Consiglio, ministro dell’Interno e Comitato Tecnico-Scientifico.



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Quali misure per le messe dal 18 maggio

L’attività di culto potrà riprendere in tutta Italia osservando le regole di contenimento e di gestione epidemiologica del virus. Cosa occorrerà fare per partecipare alle messe e permettere ai fedeli di esserci senza correre rischi? Innanzitutto è prevista l’igienizzazione di luoghi e oggetti, con regole precise da rispettare nel corso delle celebrazioni liturgiche e nei sacramenti. Dovrà esserci anche una precisa comunicazione da predisporre con i fedeli, così come alcuni suggerimenti generali.



 

Accordo «frutto di una profonda collaborazione e sinergia»

Si tratta di una decisione presa di comune accordo e frutto di un lavoro a cui hanno collaborato più fronti, ci ha tenuto a sottolineare il cardinale Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana. Conte ha parlato di «misure di sicurezza previste nel testo» che «esprimono i contenuti e le modalità più idonee per assicurare che la ripresa delle celebrazioni liturgiche con il popolo avvenga nella maniera più sicura». Conte ha anche aggiunto un ringraziamento a CEI per il «sostegno morale e materiale che sta dando all’intera collettività nazionale in questo momento difficile per il Paese». La ministra Lamorgese ha parlato anche dell’«analogo impegno assunto anche con le altre Confessioni religiose» e ha sottolineato come il Protocollo sia l’ottimo frutto di un lavoro ben fatto.



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