Campionessa di scacchi fa causa a Netflix per essere stata insultata in “La regina degli scacchi”

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La causa alla serie La regina degli scacchi proviene da Nona Gaprindashvili, nominata nell'ultimo episodio dicendo che non ha mai affrontato uomini, ma non è vero

Nona Gaprindashvili, nominata nell’ultimo episodio della celebre serie tv Netflix La regina degli scacchi, esiste davvero e gioca a scacchi. E ha fatto causa a Netflix per essere stata offesa in quel contesto. Nell’ultimo episodio di “The Queen’s Gambit” la campionessa viene nominata da un annunciatore che afferma: «C’è Nona Gaprindashvili, ma è la campionessa mondiale femminile e non ha mai affrontato uomini». La causa a Regina degli scacchi Netflix si basa proprio su questa frase, che non corrisponde al vero.



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La causa a Regina degli scacchi Netflix per aver affermato il falso

Nona Gaprindashvili attalmente ha 80 anni, vive in Georgia ed è rimasta sconcertata dal fatto che la serie tv abbia ignorato i numerosi successi contro avversari maschi. La campionessa chiede milioni di dollari di danni per una «devastante falsità, che mina e degrada i suoi successi davanti a un pubblico di molti milioni». «Stavano cercando di fare questo personaggio fittizio che stava aprendo la strada per altre donne, quando in realtà avevo già aperto la strada e ispirato generazioni», ha affermato Gaprindashvili.



La risposta di Netflix

Per Netflix la richiesta della donna non ha senso: «Netflix ha solo il massimo rispetto per la signora Gaprindashvili e la sua illustre carriera – ha affermato la società in un comunicato – ma crediamo che questo reclamo non abbia alcun merito e ci difenderemo». L’accusa sostiene che quella frase causi un danno professionale alla campionessa di scacchi, che comunque continua a gareggiare in tornei senior, considerato soprattutto che La regina degli scacchi è stato visto da 62 milioni di famiglie solo nel primo mese dopo l’uscita, spiega il NYT.

Netflix avrebbe «mentito sfacciatamente e deliberatamente sui risultati di Gaprindashvili per lo scopo economico e cinico di ‘aumentare il dramma’ facendo sembrare che il suo eroe fittizio fosse riuscito a fare ciò che nessun’altra donna, compresa Gaprindashvili, aveva fatto».