Caso Volkswagen, si allarga lo scandalo: meno 20% in borsa

Caso Volkswagen, si allarga lo scandalo della casa di produzione: meno 20% in borsa a Francoforte, titolo in calo ovunque, pronte le azioni giudiziarie e sale l’attenzione dell’Unione Europea. Sta acquisendo proporzioni globali il problema delle “vetture truccate” del gigante di Wolfsburg che avrebbe modificato i componenti tecnici di undici milioni di vetture in tutto il mondo perché restituissero dati falsati sulle emissioni inquinanti. Vicende che la casa automobilistica tedesca ha ammesso e che sta lavorando, dice, per arginare.

CASO VOLKSWAGEN, SI ALLARGA LO SCANDALO: MENO 20% IN BORSA

Oltre sei milioni e mezzo di euro sono stati accantonati nel bilancio VW per far fronte alle spese legali conseguenti a quello che si annuncia come un vero e proprio disastro. Un comunicato della azienda tedesca spiega quali sono le mosse che il gigante dell’automotive mondiale sta intraprendendo.

Volkswagen, precisa il comunicato, sta lavorando “intensamente” per correggere queste discrepanze sulle rilevazioni delle emissioni “attraverso misure tecniche”, in contatto con le autorità competenti, tra cui la tedesca Kba. La casa sottolinea che “ulteriori indagini interne condotte fino ad oggi hanno stabilito che il relativo software di gestione del motore è installato anche in altri veicoli del gruppo Volkswagen con motore diesel”, ma “per la maggior parte” di essi il software incriminato negli Usa “non ha alcun effetto”.

Intanto a Francoforte il titolo cede oltre il 20% sul listino tedesco.

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“Volkswagen non tollera alcun tipo di violazione delle leggi sotto qualunque forma”, continuano da Wolfsburg. Sigmar Gabriel, superministro socialdemocratico delle Finanze e dell’Industria, commenta amaro: “E’ un brutto incidente. E’ una brutta storia, credo sia evidente. Siamo davanti a un clamoroso inganno ai danni dei consumatori”. Il ministero dei Trasporti italiani ha interpellato la KBA, di cui già si parlava, e che è l’equivalente della motorizzazione civile che gestisce l’equivalente tedesco del PRA.

Foto di copertina: Getty Images

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