L’Europa è dalla parte di Carola Rackete

Carola Rackete, la comandante della nave Sea Watch 3 che sabato 29 giugno verso le 1.30 di mattina ha deciso di forzare il blocco e attraccare al porto di Lampedusa, è ora agli arresti domiciliari in attesa della convalida del gip. È accusata di «resistenza e violenza contro nave da guerra», reato per il quale potrebbe rischiare dai 3 ai 10 anni, di «violazione del codice di navigazione» e di «favoreggiamento dell’immigrazione clandestina». La nave è stata sequestrata secondo le direttive del decreto sicurezza bis, con la soddisfazione di Matteo Salvini espressa sui social network, ma oltralpe la condanna è verso il governo il governo italiano.

L’Europa è dalla parte di Carola Rackete,

Germania, Lussemburgo, Francia, i Paesi che avevano già dato disponibilità di accogliere i migranti a bordo della Sea Watch 3, insieme a Finlandia e Portogallo hanno una posizione molto chiara: stanno dalla parte di Carola Rackete. Il ministro degli esteri tedesco Heiko Maas twitta che «non si può criminalizzare il soccorso in mare. Salvare vite umane è un obbligo» augurandosi che i giudici italiani «chiariscano rapidamente» le accuse che pesano sulla capitana. Il leader del partito verde tedesco Robert Habeck punta il dito contro «la spietatezza del governo italiano» che muove accuse che paragona ad una «sparata orwelliana», mentre all’interno del parlamento c’è già chi chiede l’intervento del governo tedesco per la liberazione di Rackete.

Ma non è solo il paese natio della comandante a schierarsi dalla sua parte: Parigi, tramite il ministro dell’Interno Christophe Castaner, condanna direttamente Matteo Salvini, accusandolo di mentire quando dice «che l’Europa non è stata solidale».  «È l’attuale governo di Roma a compiere scelte unilaterali»  ha aggiunto il corrispettivo francese di Salvini, «chiude i porti violando le leggi internazionali». Castaner evidenzia poi che «l’Italia ha ancora bisogno della solidarietà europea, quella che oggi denuncia». E il ministro degli Esteri di Lussemburgo si rivolge a Enzo Moavero Milanesi sollecitando il suo aiuto affinché «Carola Rackete, che era in obbligo di far sbarcare 40 migranti a Lampedusa, sia rimessa in libertà». Insieme alla politica europea a scendere in campo a favore di Carola Rackete sono anche organizzazioni come Amnesty International, Emergency con Gino Strada e molti altri, italiani ed europei, tutti uniti sotto l’Hashtag #freecarola.

(credits immagine di copertina:ANSA/MATTEO GUIDELLI)

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