Carlo Calenda post europee pensa ad un partito «ma decidiamo insieme»
29/05/2019 di Gaia Mellone
Carlo Calenda è stato il candidato del più votato alle elezioni Europee, ottenendo 272mila preferenze nel Nord Est. Un risultato che potrebbe aprire la strada ad un’ipotesi ambiziosa: trasformare il movimento “siamo europei” in un vero e proprio partito.
Carlo Calenda post europee pensa ad un partito «ma decidiamo insieme»
Carlo Calenda parla con la Repubblica della necessità di una forza «liberal-democratica» che unisce tre anime, quelle della «sinistra», del «cattolicesimo democratico» e del « liberalismo». Tre grandi culture unite da «un programma comune». I sogni di Carlo Calenda dopo le europee, che lo hanno legittimato come una figura di punta del Partito Democratico, non sono da interpretare come una scissione. «Non farò niente contro il Pd», rassicura lui, «mi muovo solo se lo decidiamo insieme». Sul successo del Partito Democratico guidato da Zingaretti, è però scettico: «Eviterei toni trionfalistici» dice Calenda chiarendo che i discorsi del nuovo segretario sono giusti e matematici quando parla dei 110mil voti persi rispetto alle politiche, ma aggiunge che «con l’affluenza più bassa il bacino da cui pescare è minore». Insomma, il Pd può sorridere dopo queste elezioni visto che «il rischio era di sfracellarci» ma più che di una vittoria Calenda parlerebbe di aver dimostrato «di essere vivi. Il 27,7% è il minimo sindacale».
E allora, come può rinascere il centrosinistra? «Seguendo lo spirito originario di Siamo Europei». La ricetta di Carlo Calenda è di creare una coalizione che «abbia una parte liberal-democratica, il Pd e i Verdi», ma non parliamo dei Verdi italiani che «dicono no a tutto» e «sono un Movimento 5 Stelle in piccolo», ma di quelli europei. Al mix vanno aggiunti anche «+Europa e Italia in comune. Con questi elementi l’alleanza si allarga e si rafforza». E alla guida di una nuova sinistra, Calenda vorrebbe rivedere Paolo Gentiloni, ora presidente del Partito Democratico. «Con Nicola ho lavorato molto bene pur essendo molto diversi» però pensa che «Gentiloni debba fare di più» e lo spinge a «farsi avanti, di proporsi come leader di questa coalizione che in parte tocca a lui costruire».
(credits immagine di copertina: ANSA/ANGELO CARCONI)