Per il Garante la card vaccinale Covid della Campania viola la privacy

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La regione di De Luca non potrà fare uno scatto in avanti da sola: bocciata la card vaccinale Campania

Il Garante Privacy, che si occupa di proteggere i dati personali dei cittadini, ha detto no alla card vaccini della Regione Campania. L’Autorità ha affermato che Vincenzo De Luca e la Campania dovranno attendere – come il resto delle regioni italiane – provvedimenti nazionali e europei. Il provvedimento che vieta alla Campania di staccarsi e procedere da sola è duro e «avverte» la Regione spiegando per quali ragioni viola il diritto alla privacy dei cittadini nell’ambito del suo utilizzo per l’utilizzo di servizi turistici, alberghieri, di intrattenimento, trasporti e per la partecipazione ai matrimoni. L’avvertimento formale alla Campania è stato reso noto anche al presidente del Consiglio dei ministri e alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.



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L’ordinanza regionale non può scavalcare il decreto Riaperture

Già lo scorso aprile la Regione Campania ha consegnato le card per l’avvenuta vaccinazione a chi ha ricevuto le due dosi. Sul sito della regione si legge che «entro il mese di maggio l’obiettivo è quello di consegnare un milione di card e di utilizzare tale certificazione per rilanciare interi settori economici, in particolare il comparto turistico». Il sistema della smat card vaccinale stabilito tramite l’ordinanza n.17 del 6 maggio è stato bollato come inappropriato e non rispettoso delle norme sulla privacy. Il punto focale è che l’iniziativa non poggia su solide basi giuridiche poiché provvedimenti che limitano la liberta dei cittadini a questi livelli devono essere varati tramite una normativa nazionale. Il decreto Riaperture non può essere messo da parte tramite ordinanza regionale, quindi, considerato anche che il Garante ha mostrato perplessità anche per il pass vaccinale.



Niente fughe in avanti con card vaccinale Campania

L’Autorità ha fatto sapere che «il progetto si pone in violazione di principi base del Regolamento Ue in materia di protezione dei dati personali come quelli di liceità, correttezza, trasparenza, privacy by design e by default. l sistema adottato dalla Regione, avrebbe richiesto, in ogni caso, che venisse effettuata una preventiva valutazione di impatto volta a implementare misure adeguate a garantire la protezione dei dati, anche particolarmente delicati come quelli sulla salute delle persone».

Il punto è anche la messa a rischio dell’«interoperabilità delle certificazioni a livello nazionale ed europeo» se ognuno procede da solo, compromettendo irrimediabilmente il funzionamento del sistema.



(Immagine copertina: IPP/Gioia Botteghi)