I conti non tornano. La vicenda della Cannabis light, con tanto di polemiche in Aule perché la presidente del Senato ha dichiarato inammissibili le norme ad hoc da inserire nella Manovra 2020 con lo scopo di regolamentare il mercato dopo le contraddizioni delle leggi precedenti, assume alcuni contorni poco chiari. Perché se da una parte la Lega e Matteo Salvini hanno esultato per la decisione di Casellati – sottolineando più volte come non si voglia uno «Stato spacciatore» -, dall’altra c’è la stessa Lega che in Veneto (sotto la guida di Luca Zaia) ha approvato una legge regionale per promuovere e sostenere la coltivazione di canapa sativa.
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Lega scaccia Lega. La norma, oltretutto, è anche recente. Come appare evidente consultando il sito della Regione Veneto, la norma è stata approvata lo scorso 8 agosto, nei giorni in cui Matteo Salvini era impegnato a provocare prima lo strappo e poi la caduta del governo in collaborazione con il Movimento 5 Stelle. E le legge regionale n.36 porta questa dicitura: Sostegno e promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale ed agroalimentare della canapa (Canapa sativa L.).
E queste sono le finalità della legge approvata nel mese di agosto:
Scorrendo tra i vari articoli della legge approvata da Luca Zaia, si incappa in uno dei punto del terzo articolo. E qui si legge: «Nell’ambito delle azioni di cui al comma 1 la Regione del Veneto eroga contributi per le seguenti attività»
Il tutto, inoltre, prevede dei contribuiti e finanziamenti alle aziende che coltivano e producono canapa. Il motivo? Perché la canapa sativa, quella di cui si parlava anche nelle norme sulla Cannabis light stralciate al Senato, non è mai stata considerata una droga per via della bassa percentuale di principio attivo – il THC – al suo interno. Ed ecco spiegato come il populismo della Lega, a livello nazionale, su questo tema mostra tutti i suoi cliché (elettorali).
(foto di copertina: ANSA/FILIPPO VENEZIA + documento legge regionale n.36 dell’8 agosto 2019)