Il cambio di nome della società madre non ha bloccato – come ovvio – la causa intentata per conto degli utenti dal tribunale della California nei confronti di Meta. Secondo i documenti depositati dall’attorney general di Washington, Karl A. Racine, sarà chiamato alla sbarra, per una deposizione, anche il fondatore di Facebook Mark Zuckerberg. La notizia era nell’aria, ma la conferma è arrivata solamente nel corso delle ultime ore. E la testimonianza dell’imprenditore sarà fondamentale per chiarire le sue responsabilità nello scandalo Cambridge Analytica.
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Non c’è ancora una data – ma il tutto potrebbe essere calendarizzato nei prossimi giorni – per l’interrogatorio di Zuckerberg, ma una cosa è certa: davanti al giudice, il Ceo di Meta dovrà rispondere di quell’accusa mossa da moltissimi cittadini: aver utilizzato i dati raccolti da quella società di consulenza per profilare gli elettori (e pubblicare sulla loro timeline di Facebook annunci personalizzati a fini politici). Un tema importante, soprattutto per via delle aderenze tra quella società e il team elettorale di Donald Trump. E, come rivelato dal The Guardian, un comportamento analogo avvenne nel 2016 nel Regno Unito, al tempo del voto sulla Brexit.
E dopo le deposizioni al Congresso USA e la multa da 5 miliardi di dollari emessa dalla Federal Trade Commission (FTC) nel 2019, ora Zuckerberg dovrà rispondere dello scandalo Cambridge Analytica davanti a un giudice. Nel corso degli anni, dal 2018, le cause contro Facebook (ora Meta) si sono moltiplicate. Ma questa, quella che si sta consumando nel tribunale della California, sarà la prima a cui saranno costretti a partecipare anche i vertici dell’azienda (perché non ci sarà solo il Ceo, ma anche la ex COO – Chief Operating Officer, ovvero il direttore generale – Sheryl Sandberg). Il tutto dovrebbe avvenire, secondo quando indicato dai documenti depositati in Aula, entro i prossimi due mesi.
(foto IPP/Capital Pictures)