La fabbrica delle bufale per condizionare il voto: in un mese (almeno) 128 fake news
28/02/2018 di Redazione
Quella delle bufale pubblicate e rilanciate sui social network per condizionare il voto delle Politiche 2018 sembra essere una piccola industria. In poco più di un mese infatti la Polizia Postale ha trattato circa 130 fake news, 128 per la precisione, più di tre al giorno, alcune decine create appositamente per influenzare, disorientare, disinformare gli utenti del web in vista delle elezioni del 4 marzo. Ne parla oggi il Corriere della Sera in un articolo a firma di Fiorenza Sarzanini.
Le bufale per condizionare le elezioni, circa 130 in un mese
Tra le bufale è spuntato un post indignato per i benefici concessi ai migranti e un altro su deputati che avrebbero votato per i colleghi assenteisti, addirittura l’annuncio dello scioglimento dell’Arma dei carabinieri. Sono tanti i cittadini che hanno risposto all’appello del capo della polizia Franco Gabrielli, che a gennaio ha presentato il «red button» per segnalare le fake news della Rete. Al commissariato online sono pervenute oltre 600 segnalazioni. L’ultimo caso riguarda un sondaggio sullo ius soli, una finta mail del ministero dell’Interno che invita a rispondere a domande sul diritto alla cittadinanza in cambio di premi in denaro:
In realtà sono «malware» per infettare i computer e rubare i dati personali, trasmessi da due account promo@aldaniti.net e info@ds.diarioaffari.it. Ecco perché, in vista del voto di domenica, sul sito del Dipartimento di polizia sono state ribadite alcune regole fondamentali per evitare di avvelenare ulteriormente il clima: «Di fronte alla diffusione “virale” delle notizie è sempre importante: in caso di titolo particolarmente sensazionale, leggere bene il contenuto dell’articolo che potrebbe non corrispondere per usare il titolo come “acchiappa clic”; verificare l’effettiva datazione della notizia e se l’indirizzo (url) corrisponde al reale indirizzo web del giornale/quotidiano. Se si è accertato che la notizia è falsa non divulgarla ulteriormente».
(Foto Dpa da archivio Ansa)