La lenta ripartenza del turismo tra paura e cattiva informazione

Dal 3 giugno siamo tutti liberi di circolare tra le regioni italiane e dalla stessa data l’Italia ha riaperto le frontiere ai Paesi dell’area Schengen senza obbligo di quarantena. Molti Paesi europei le stanno pian pianino aprendo anche a noi italiani ma nonostante tutto, almeno da ciò che sento in giro e da ciò che leggo in alcuni commenti lasciati sui canali social del mio blog di viaggi, la pura di viaggiare è ancora forte. Una paura alimentata in parte dalle contraddizioni istituzionali (ne è emblematico il caso Sardegna con il passaporto sanitario) e da quelle dei virologi, e in parte dalla cattiva informazione di cui ciascuno di noi in quanto cittadino, giornalista, blogger o semplice frequentatore di social network ne è responsabile.

Bufale turismo, perché è necessaria una corretta informazione

Se poi ci mettiamo la mancanza di denaro derivante dalla crisi economica scatenata dal lockdown, le ferie imposte tra marzo e maggio ad alcuni lavoratori, e il timore di ritrovarsi di colpo in una nuova chiusura pandemica in un regione diversa dalla propria o ancora peggio in un altro Stato, appare evidente che la ripartenza del turismo sarà lenta.

In questo post voglio però soffermarmi su quello che secondo me, al di là dei problemi economici che tutti stiamo più o meno affrontando, è uno dei mali che sta affossando il turismo: la sommaria, o peggio ancora cattiva informazione. Quel moltiplicarsi di notizie false che circolano tra i social e tra i gruppi whatsapp, e quella mancanza di voglia di gran parte di noi di approfondire una notizia andando oltre al titolo che porta a formarsi un’opinione completamente errata dell’argomento. È proprio su Facebook poi chi si è creato un’opinione errata dando per buona una fake news, che taccia di “bufala” la notizia vera creando ancora più confusione tra gli altri lettori e commentatori ingenerando il più delle volte una spirale senza via d’uscita.

Il buon giornalista (ma anche il buon blogger) è colui che prima di dare una notizia incrocia più fonti autorevoli e istituzionali e stessa cosa deve fare il cittadino: deve prendersi tutto il tempo necessario per verificare la notizia senza farsi influenzare dall’idea dell’amico di turno o ancora peggio dalla fretta.

Bufale turismo, il caso della Grecia

Ne è emblematico il caso della Grecia, molti titoli riportavano la riapertura delle frontiere ma non agli italiani quando poi leggendo la notizia si capiva che si trattava di una riapertura graduale che nelle settimane successive si sarebbe estesa anche al nostro Paese. Alcuni titoli erano effettivamente fuorvianti ma bastava leggere e approfondire l’argomento per avere un quadro chiaro della situazione senza lo scatenarsi della serie di insulti alla nazione ellenica. In tanti penseranno “ma che ci importa della Grecia, restiamo in Italia”, senza badare al fatto che ci sono molti tour operator italiani specializzati in viaggi in Grecia e che quasi tutte le agenzie di viaggio italiane vendono d’estate pacchetti proprio per il mare greco. Sì, molte famiglie italiane vivono anche grazie al turismo estero.

Una notizia riportata male è in grado di creare tensioni e ripercuotersi seriamente sull’economia dell’intero Paese. Il turismo pesa per il 13% sul PIL Nazionale (considerato anche l’indotto), pensiamoci bene prima di scrivere o di commentare perché a farne le spese saremo tutti noi che direttamente o indirettamente dipendiamo anche dal turismo.

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