Tutti i brevetti che Meta sta depositando per fare il metaverso

Molti di questi esperimenti si basano su tecniche di riconoscimento biometrico

18/01/2022 di Gianmichele Laino

L’ufficio brevetti ha molto da fare in questo periodo. Buona parte del suo lavoro è occupato dalla gestione di tecnologie che, secondo il Financial Times, Meta sta sperimentando per costruire il suo metaverso. In base a quanto analizzato dalla prestigiosa testata economica, in particolare, le tecnologie maggiormente utilizzate dalla piattaforma di Mark Zuckerberg si basano sul riconoscimento biometrico. Il tutto per rendere evidentemente più immersiva l’esperienza dell’utente all’interno di quella che si candida a essere una nuova sezione del web. Il metaverso, così come siamo abituati a conoscerlo, è qualcosa di molto simile a quello che si sperimenta con i videogame. In particolare, con quelli che fanno ricorso – ad esempio – ai visori virtuali. Il fatto che Meta si stia dando da fare per brevettare – e quindi mettere al sicuro – nuove tecniche, significa che la sua idea di metaverso sarà, almeno in teoria, molto diversa rispetto a quella che già viviamo in questi primi anni del decennio 202o.

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Brevetti metaverso di Meta: tante tecnologie che sfruttano la biometria

Uno degli esperimenti più interessanti di cui ha parlato il Financial Times, ad esempio, riguarda la proposta di realizzare una sorta di store virtuale in cui gli utenti possano acquistare beni digitali o articoli che corrispondono a beni del mondo reale che sono stati sponsorizzati dai marchi. Il potenziamento dell’attività di targettizzazione dell’utente, che è alla base del modello di business di Meta e di tutte le sue piattaforme, dovrà essere realmente significativo per fare il salto in quella che, con il metaverso, si candida a essere una vera e propria dimensione altra. Si pensi, ad esempio, al brevetto che arriverà a mostrare in realtà aumentata un annuncio pubblicitario, settato sulla singola esperienza di utilizzo dell’utente.

Oltre a questo, Meta starebbe lavorando a dei sensori che riscono a captare, attraverso la biometria, delle espressioni del volto che poi possano essere replicate anche sugli avatar delle persone, in modo tale da renderli più realistici e umani possibile. Un replicatore della pelle arriverà a riprodurre, stando a quanto depositato nell’ufficio brevetti, una immagine tridimensionale a partire da una bidimensionale. Sempre un sistema di replica virtuale permetterà a un negozio fisico di avere il suo stesso profilo della realtà anche nel metaverso.

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